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Storia della Letteratura Romana

Cesare Tamagni
Francesco Vallardi Milano, 1874, pagine 590

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a cura di Federico Adamoli

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   360 libro secojndo. — parte i. — i poeti.
   tiram esse Horatius ipso profìteatur, tamen proprios titulos voluit ei adcommodari, hos priores libros duos scrmonum, posteriores Epistolarum inscribens. » La mente e l'arte matura del poeta si mostrano in ogni parte delle Epistole, anche nella fattura del verso il quale è di gran lunga più corretto che nelle satire.
   Per lo epistole son da vedere :
   W. Teuffel, Charakteristili des Horaz. 1812, pag. 61-64. — Estienne, étudc morale et littó-raire sur les Epitres d'Horace. Paris 1851. — Manso, iiber Horaz's Beurteilung der ìilteren ròmischen Dichter, negli scritti varii pubblicati a Breslavia 1821. — Beruing, iiber den Geist der horazischen Briefe, Rccklingshausen 1856. — Otto Ribbek, Des Q. Horatius Flaccus Episteln und Buch von der Dichtlcunst mit Einleitung ecc. Berlin 1869. — K. Lehrs. Q. Horatius Flaccus, pag. CLVII-CCXXI. Leipzig 1809. — Idem. Nachtrag zu Horatius — Erneuto erwiigungen ueber die Epistel des Augustns. Leipzig 1871. — \V IL Kolster iiber die Episteln des Horaz Areiche ersichtlich Antwortschrciben sind. Meldorf 1867.
   Il titolo de Arte poetica vien dato alla terza epistola del libro 11 da Quintiliano (VIII. 3, 60): « Horatius in prima parte libri de arte poetica » da Sidonio Apollinare IX. 20. Sin-naco Ep. 1. 4. e in Prisciano (XVIII. 101, p. 1149 P. = II, p. $54, 16. Hertz) sta scritto: Horatius de Arte poetica.
   Lo Scoliaste Porflrione intorno ad essa scrive (II, p. 649. Hauthal) « Hunc librum, qui inscribitur. De Arte poetica, ad L. Pisonem, qui postea urbis custos fuit . . . ejusque lìlios misit In quem librum congessit praecepta Neoptolemi roù II«/>i«voO de arte poetica, non quidem omnia, ed eminentissima. » Ma piuttosto che di quello orcuro grammatico è verosimile che Orazio siasi servito della Poetica di Aristotile. — In alcuni manoscritti, come già si è detto, e nelle prime edizioni Ano ad Enrico Stefano viene dopo gli Epodi ed il Carme secolare (Codice di Gottinga, Ed. mil. 1447, Veneta 1479-1481) ; onde il Gessner crede che dallo stesso Enrico Stefano sia stata messa al posto che ora ha in fine di tutte le opere di Orazio (Vedi la Prefazione di Orelli all'arte poetica. Ediz III, Voi. II pag. 682).
   L'arte poetica fu sì per la materia e sì per la forma oggetto di lunghe controversie e di cure diligentissime. E videro il vero que' soli i quali intesero ch'essa e nicn-t'altro che una lettera, nella quale Orazio espone in modo famigliare e come conversando coi suoi giovini amici, le sue dottrine intorno ad alcuni pupti d'arte e di letteratura. La forma epistolare spiega i salti, lo sconnessioni, le lacune e tutto il disordine che vi si volle trovare da chi ne fece, ciò che non ò, un poema didattico sulla poesia.
   Vedansi fra i molti: Eichstàdt, quo tempore et ad quos scripta sit. Jena 1811. — Streuber ? De Q. Horatii Flacci ad Pisones Epistola. Basilea 1839. — G. Bernharily. Prooemium de Ho-ratii Epist ad Pisones. Halle 1847. — I. M. E. Feys l'art poetique d'Horace considérée dans son ordonnance. Brussel. 1850. — A. Micherelis de auctoribus quos Horatius in libro de Arte poetica secutus esse videatur. Kiel 1857. — Fr. Beck. die Epist. ad. Pis, nach ihrem Zusammenhang dargestellet und metrisch ùbertragen, nell'Eos 1, pag. 196-214. — Masci. L'Epistola ai Pisoni con note italiane e con esposizione. Potenza 1868. Vedi ancora Rajna, la Medea di Seneca con una coda di ciancie Oraziane. — Piacenza 1872.
   § 38. A. Persio .Fiacco.
   A) Vita.
   Aulo Persio Fiacco nacque ai 4 dicembre dell'anno 787 (34 dopo Cristo), di famiglia equestre, in Volterra. Sua madre si chiamava Fulvia Sisenia. Il padre Fiacco morì lasciandolo pupillo di anni sei. Fino ai dodici anni studiò in Volterra; poi a Roma imparò grammatica da Remmio Palemone, ret.torica da Virginio Flavo.
   A sedici anni conobbe Amieo Cornuto, che gli aperse i penetrali della filosofia stoica e gli fu maestro, consigliera ed amico carissimo per tutta la vita ; onorò come padre Servilio Noniano, e per dieci anni fu teneramente amato da Peto Trasea. In grazia di Cornuto conobbe Anneo Lucano e più tardi anche Seneca ; ma senza