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Storia della Letteratura Romana

Cesare Tamagni
Francesco Vallardi Milano, 1874, pagine 590

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a cura di Federico Adamoli

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   capitolo iii. — i poeti satirici. 413
   (32) Carm. II. 17.
   Ah, te meae si partem animae rapii; Maturior vis. quid moror altera, Nec carus acque, nec superstes Integcr? ille dies utramquo
   Ducet ruinani. Non ego perfidum Dixi sacramentum: ibiraus, ibimus, Utcumque praecedes, supremum Carpere iter comites parati.
   (33) Carm. II. 20.
   Non usitata nec tenui ferar Penna biformis per liquidum aethera Yates, neque in terris morabor Longius, invidiaque major.
   XJrbes rolinquam. Non ego pauperum Sanguis parentum, non ego, quem vocas « Dilecte, » Maecenas, obibo, Nec Stygia cohibobor unda.
   B) Opere.
   La Vita letteraria di Orazio si divide in tre periodi (1).
   Il primo va dal 713 al 724 e comprende:
   a) Libro I, delle Satire, composto tra gli anni 713 e 719 e pubblicato nel 719.
   5) Libro II, delle Satire, composto tra il 719 e 724 e pubblicato nel 724.
   c) Il libro degli Epodi, composto tra il 713 ed il 724, e pubblicato nel 724, o a più tardi nel 725.
   Il secondo periodo va dal 724 al 730 e comprende i tre primi libri dei carmi, composti la maggior parte in questi anni e pubblicati sulla fine del 730 o sul principio del 731.
   Il terzo va dal 730 alla morte del poeta, e comprende:
   a) Libro I, delle epistole, scritto dal 730 al 734, e finito la vigilia del natalizio di Orazio di quello stesso anno.
   5) Il Carme secolare scritto e pubblicato nel 737.
   c) Il quarto libro dei Carmi, composto tra gli anni 737 e 741 e pubblicato nel 741.
   d) Libro II, delle Epistole scritte dopo il carme secolare, non si conosce l'anno. Dell'Arte poetica, eh'è certamente l'ultimo scritto di Orazio, non si sa quando l'abbia composto e pubblicato (2).
   (1) La quistione intorno alla Cronologia delle opere oraziane fu trattata sul principio dello scorso,secolo da Masson nello scritto Jani templum ChrisLo nascente reseraturn (Rotterdam 1700;, nella Vita di Orazio (708), e nella Histoire critique de la république des lettres (Amsterdam 1714). La riprese e con quel suo acutissimo ingegno la rischiarò di nuova luce Riccardo Bentley nella prefazione alla sua edizione. In seguito nuove indagini furon fatte e proposte nuove congetture segnatamente da C. Kircnner (Quaestionos Horatianae, Naum-burg 1831), da G. F. Grotefend (nell'articolo sopra Orazio dell'Enciclopedia diErsch e Gruber, li, 10, 1833, pag. 457-70, e nello scritto: die schriftellerische Laufbahn des Horatius, Ilanover 1849), da C. Franke (Fasti Horatiani, Berlino 1839) con una lettera di Lachmann, pag. 235240). In tempi anche più vicini fu nuovamente esaminata da W. Teulfel (nel Giornale per la scienza dell'antichità. (1842, pag. 1103-1116; 1844, pag. 508-525. 1815, pag. 596-616) e nel Museo Renano (IV. 1845, pag. 93-119, 20b 241), a tacere d'altri scritti che ometto per brevità, e si posson vedere nella Storia della Lett Rom. di Tcuffel (pag. 418-417). Ma senza che si uscisse dai ancelli posti dal critico inglese. I quali sono nettamente indicati da una