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Storia della Letteratura Romana

Cesare Tamagni
Francesco Vallardi Milano, 1874, pagine 590

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a cura di Federico Adamoli

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   capitolo iii. — i poeti satirici. 411
   Fons etiam rivo dare nomen idoneus, ut nec Frigidior Thracam nec puiior ambiat flebrus, Infirmo capiti fluit utilis, utilis alvo. »
   E ne parla ancora negli Epodi (1. 25), nei Carmi (1. 17), nelle Satire (II. 3, 6). Molte indagini si son fatte fin dallo scorso secolo per trovare dove questa villa fosse collocata: ora, per le cure dell'architetto P. Rusa e di Noe! des Vergers, sappiamo ch'essa sorgeva sulla destra del fiumicello Licenza, vicino al tempio diroccato della Dea Vacuna, dove oggi è il villaggio di Rocca giovine; ed avea a poca distanza Mandela oggi Bardala sull'altra riva della Licenza, Varia, ora Vicovaro, sull'Anione dove la Licenza versa le sue acque. Il Lucretile si chiama ora Monto Corgnaleto.
   Vedi Noel des Verges nell'edizione di Didot (pag. XXIII-XXX) e P. Rosa nel Bollettino dell'Istituto Archeologico 1857, p. 105-110. Poi i Jahrbiicher di Jahn. LXXVII, pag. 479-481 e W. Ptizner, tìber das Sabinische Landgut des Horaz. Parchim 1864.
   (16) Era tanto agiato da possedere una biblioteca (sat. 1.6, 122. II. 3, 11,6,61. Epis. I, 7, 12, 18, 108) da viaggiare (,Epis, I. 15, 1) e da avere al suo servizio, oltre gli schiavi, anche buffoni e parasiti (Sat. II. 7, 36)
   (17) Nella Vita di Svetonio ci narrano della sua libidine cose anche peggiori, che la decenza mi vieta di trascrivere. Ma quel passo è, com' altri parecchi di quella Vita, una infelice interpolazione (Vedi Reiff. pag. 47 e pag. 389, 390).
   (18) Vedi in particoiar modo l'undecimo degli Epodi.
   (19) A. P. 83-85.
   Musa dedit fidibus divos puerosque deorum Et pugilem victorem et equum certamine primum Et juvenum curas et libera vina referre.
   (20) Sat. 1. 4, 111-115.
   .....A turpi meretricis amore
   Cum deterreret: Scetani dissimilis sis Ne sequerer rnoechas, concessa cum venere uti Possem : Deprensis non bella est fama Treboni, Ajcbat ......
   (21) Vedi l'orazione prò Caelio (cap. 15-17), e le Lettere Famigliari (IX. 26).
   (22) Histoire de la vie et des poésies d'Horace, Voi. I, pag. 114-115 e seg,
   (23) Epist. I. 19.
   Prisco si credis, Maecenas docte, Cratino, Nulla piacere diu nec vivere carmina possunt, Quae scribuntur aquae loto ri bus Ut male sanos Adscripsit Liber Satyris Faunisque poetas, Vina fere dulces oluerunt mane Camenae. Laudibus arguitur vini vinosus Homerus: Ennius ipse pater nunquam nisi potus ad arma Prosiluit dicenda « foram Putealque Libonis Mandabo siccis, adimam cantare severis: » Hoc simul edixit, non cessavere poetao Nocturno certare mero, putere diurno.
   (24) Nella Satira sesta del libro I cosi egli descrive la sua vita cittadina: (110-128)
   Hoc ego commodius quam tu, praeclare senator, Millibus atque aliis vivo. Quacumque libido est, Incedo solus; percontor quanti olus ac far; Fallacem circum véspertinunque pererro