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Storia della Letteratura Romana

Cesare Tamagni
Francesco Vallardi Milano, 1874, pagine 590

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a cura di Federico Adamoli

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   capitolo iii. — i poeti satirici. 391
   Oltracciò Ennio scrisse:
   1. Gli Epigrammi in metro elegiaco, tra i quali il sud'epitaffio.
   2. Il Protrcptico o libro dei precetti (mpovpsnzuag sive Praocepta) ni tetrametri trocaici.
   3. Gli Edufagetici (Heduphagetica), imitazione di un poema di Archestrato da Gela, in esametri.
   4. L'Mpicarmol dove per bocca del poeta siciliano si esponevano i dettami della sapienza pitagorica, in tetrametri trocaici. c , , <
   5. VEvemero o Sacra Istoria; che è la versione della hpà àvcMoctcpYi 1 ita degli Dei raccontata da Evemero filosofo greco del terzo secolo avanti Cristo. Per quel che si può ancora raccoglisre dalla parafrasi di Lattanzio, pare che fosse scritto in tetrametri trocaici.
   6. Il Saio o Sotade, (A*^;) nome dell'inventore del metro sotadeo. I pochissimi avanzi sono tetrametri trocaici (4).
   Quantunque nulla si sappia di certo, non è però inverosimile che tutte queste poesie facessero parte delle Satire.
   (1) Per le Satire e le altra poesie di Ennio qui nominate vedi gli ultimi due capitoli (VII, Vili) delle Quacstiones Ennianae in Vahlew, pag. LXXXIXCIV. I frammenti, pag. 154, 174.
   (2) Porfirione Scolii ad Orazio. Sat. I, 10, 47. Donato al Formione di Terenzio, II, 2,25.
   (3) Per i metri abbiamo:
   a) Nei frammenti del 1.° libro; trimetri giambici.
   b) Nel secondo: un esametro dattilico ed un tetrametro trocaico.
   c) Nel terzo si avvicendano i trimetri giambici coi tetrametri trocaici e gli esametri dattilici.
   d'i Nel quarto son versi sotadei.
   e) Nel sesto trimetri giambici.
   E la stessa varietà è ne> frammenti che non furon potuti assegnare ad alcun libro. Devesi però ritenere, come avverte anche Vahlew, che i metri variassero soltanto da una satira all'altra, non in ciascheduna.
   Lo Scipione, di cui altri volle fare un frammento degli Annali, altri un poema distinto dalle Satire, fu scritto prima degli Annali, intorno al 554, dopo il ritorno del vincitore d'Annibale dall'Africa (553). Riese (vedi sotto) ammette cu e lo Scipione appartenesse alle Satire, nega solamente che ne formasse il terzo libro, e aderisco all'opinione di Ribbeck (Musoo R. X, 287), che il frammento X, meglio che alle Satire appartenga agli Annali.
   (4) Il Sota è menzionato da Varrone, Ling. lat. V, 62. « In Sota Ennii » e da Festo « in Asota » p. 316, M. Dai pochissimi versi è impossibile dire di che trattasse.
   Dell' Evemero che dimostrando l'origine umana degli Dei levava fede a tutta l'antica mitologia, scrive Cicerone (N D. 1, 42, 119). «Quid? qui aut fortes aut claros aut potentes viros tradunt post mortem ad Deos pervenisse, eosque osso ipsos, quos nos colere, precari venerarique soleamus, nonno expertos sunt religionum omnium? quae ratio maxime tractata ab Eubemero est, quem noster et interpretatus et secutus est praeter ceteros Ennius. Ab Euhemero autem et mortes ot sepulturae demonstrantur deorum. » E. S. Agostino (Civ. Dei, VII, 26 (27) : « totani de hoc Euhemerus pandit historiam, quam Ennms in latinum vertit eloquium. » Vedi anche più sopra pag. 97
   Sullo satire di Ennio vedi anche C. Petermann, iiber die Satire des Ennius, Hirsch-berg, 1851. Riese. M. I, Varronis Saturarura Menippearum reliquiae, pag. 4. Su tutte queste poesie gli studii latini di Patin, Voi. II, pag. 72, ecc.
   § 34. Gajo Lucilio.
   Caio Lucido fu il primo che adoperò la Satira a correggere col ridicolo i costumi (1).
   Egli nacque l'anno COG di Roma in Suessa Aurunca, ora Sessa, di chiara famiglia equestre (2).