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Storia della Letteratura Romana

Cesare Tamagni
Francesco Vallardi Milano, 1874, pagine 590

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a cura di Federico Adamoli

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   capitolo iii. — i poeti satirici.
   389
   e) Traduzioni.
   Fra le versioni italiane di Stazio, die son poche, ricordiamo la Tebaide tradotta dal cardinale Corneglio Bentivoglio, e col nome di Selvaggio Porpora stampata primamente in Roma l'anno 1729 in quarto grande.
   § 32. Gli ultimi epici e Claudio Claudiano.
   Da Stazio dobbiamo per un intervallo di quattro secoli scendere a Claudiano che è l'ultimo degli epici romani. A mala pena degni di memoria sono Canimo Rufo (1), di cui Plinio scrisse che si accingeva a cantare la guerra dacica, e Re-posiano che sulla fine del ter^o secolo cantava in cent'ottandue esametri l'amoroso congiungimento di Marte e di Venere (2).
   Della vita di Claudiano, la quale più che alle lettere appartiene alla storia, poche notizie ci sono giunte. Nacque in Alessandria, fu l'amico di Stilicone, il ministro di Onorio (del quale per avventura seguitò la sorte), ed ottenne colle sue poesie tanta celebntà, che gli imperatori Onorio ed Arcadio vollero dargliene publica testimonianza erigendogli In Roma una statua nel foro Trajano. L'iscrizione della quale terminava con un motto greco, dicendo aver Claudiano riunito in sè solo la mente di Virgilio e la Musa d'Omero. Fu pagano e sì pieno d'ammirazione per la grandezza di Roma che, pur adulando ì nuovi principi ed i loro ministri, trovò modo qualche volta di magnificare le vecchie virtù republicane. E fosser questi suoi sentimenti, che le presenti miserie non aveano potuto levargli dall'animo, fosse illusione di mente o debito di gratitudine, mentre levava a cielo ogni impresa di Stilicone, dal quale soltanto pareva pendere la salute dell' impero, inveì crudelmente contro Rufino .e l'eunuco Eutropio, ministri e favoriti dell'imperatore d'Oriente (3).
   Le poesie di Claudiano son molte e di vario genere, e possono distinguersi in poesie maggiori, che sono'altre storiche, altre mitologiche, e in poesie minori, che sono lettere, idillii ed epigrammi.
   A. Di soggetto che s'attiene alla storia contemporanea sono i consolati.
   1. I panegirici di Olibrio e di Probino, di FI. Mallio Teodoro, e pel terzo, quarto e quinto consolato di Onorio.
   2. I tre libri delle lodi di Stilicone, e la lode di Serena Regina, nipote e figlia adottiva del primo Teodosio.
   3. L'EpftalaBio di Palladio e Celerina, i Fescennini per le nozze di Onorio e di Maria.
   4. I due libri contro Eutropio ed i due libri contro Rufino.
   5. I poemi della guerra gildonica e della guerra getica o Pellentina; nel primo de' quali canta le vittorie di Onorio sopra Gildone,. un principe mauritano, nel secondo la vittoria di Stilicone sopra Alarico presso la città di Pellenza.
   In queste poesie Claudiano è storico fedele in quanto non inventa i fatti nè li aiterà sostanzialmente; del resto lascia libero il corso alla fantasia ed agli affetti, quando porta alle stelle il suo eroe, e copre anche d'eccessivo biasimo i suoi rivali e nemici.
   B. Di soggetto mitologico sono:
   1. I tre libri del Ratto di Proserpina, che non pajon finiti, giacché il racconto si ferma alla deliberazione di Cerere di recarsi in cerca della figliuola.. È l'opera più bella di Claudiano, e la sola per cui il suo nome meriti ancora d'essere ricordato tra gli epici latini.
   2. La Gigantomachia; opera imperfetta (4).
   Le poesie minori si compongono di cinque lettere in metro elegiaco, di sette idilhi in metro epico od elegiaco, e di 44 epigrammi.
   (1) Plinio gli sciiveva lodandolo del proposito e insieme gli mostrava la grandezza e le difficoltà dell'impresa (Vili, 4). « Optiine facis quod bellum dacicum scribere paras. Nam