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Storia della Letteratura Romana

Cesare Tamagni
Francesco Vallardi Milano, 1874, pagine 590

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a cura di Federico Adamoli

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   360 libro secojndo. — parte i. — i poeti.
   vrcmmo protrarre d'un anno la pubblicazione della Tebaide, e porla nel 92, quando uscì la Istituzione Oratoria. Plinio forse non lo conobbe o ne tacque perchè troppo ligio a Domizif.no, Comunque sia, non possiamo non credere a Stazio istesso che la gioventù italiana studiasse ad imparare la sua Tebaide.
   .....jam certe praescns tibi fama benignum .
   Stravit iter, eocpitque novam monstrare falaris, Jam te magnanimus dignatur noseere Caesar, Itala jam studio discit memoratque juventus.
   E un sorriso del magnanimo imperatore non era desso il maggior premio che i poeti sperassero alle loro fatiche.
   (7) Lo imitarono Claudiano, Ausonio, ma più (li tutti Sidonio Apollinare ; e nel Medio Evo, come ce ne fa fede Dante (Purgat. XX)) era ammirato e letto accuratamente. Sotto il nome di Lattanzio Placido ci è pervenuta anche una raccolta di scolii alla Tebaide che per lo più consistono in note mitologiche tratte da Igino, da Servio e da altri.
   Essi furono pubblicati già nelle più vecchie edizioni di Stazio, e ripetuti in parecchie delle moderne. Vedi: Hermann Schottky, de pretio Lactantiani comm. in St. Theb. et de nomine, philosophia et aetate commentatoris. Breslau. 1846. E. Wòlfflin, Philologus XXIV, pag. 156-158. R. Unger, Electa c Lactantii in Statii Thcbaida commentario, Friedland 1863. M. Schmidt, cin Scholion zum Statius. Philologus XXÌII. pag. 541-547. Pochi scolii ed irrilevanti alla Achilleide si leggono nella edizione di Lindenbrag e in Mai Spicilcg rom. IX, appendix. Dommerich, ad Statii Achill. ex membranis anecdota. Wolfenbiittel 1758.
   C) Bibliografia e critica. a) Codici.
   Per i manoscritti vedi oltre le solite opere, la prefazione di Gustavo Qncck alla edizione teubneriana di Stazio. 1854. 1. 2. Quelle delle Selve non sono molti e tutti procedono da un manoscritto, che Poggio recò di Francia in Italia. Esso andò perduto, ma Poliziano ne segnò le varianti sui margini della edizione principe. Pare che una copia fedele ci sia stata conservata nel manoscritto di Breslavia, che è dei secoli XIV o XV. Gli viene appresso il codice budese della Bibl. di Vienna.- Della Tebaide abbiamo più che settanta manoscriui0 dei quali il migliore è il Parigino (8051) del secolo X L'Acliilleide si trova in pochi manoscritti. Vedi ancora: C. F. Weber, de codice Statii Cassellano (scc XI) Marburg 1853. A. lmbof, de silvaruni statianarum condicione critica, Halle 1859. E. Grasse, iiber eine Trierer Handschrift des Statius, Kònigsberg 1866. Ueber eine in Munster F. Deycks, Munster 1865. W. Schmitz, ein Dusseldorfer Stati usfragment Rhein. Mus. XXI, p. 438-443.
   b) Edizioni e studi critici.
   Principe 1472. — Parma 1473. — Roma 1475. — Venezia. (Aldina 1502). — Lindenbrog. Paris 1600. — J. Fr. Gronovio Amsterdam 1653. — C. Barth, Cygn 1664. — Fr. Diibner, Paris 1825, e l'edizione Queck già ricordata.
   Per gli studii critici sul testo odansi oltre i mentovati: vedi 0. Miiller, Quaestiones sta-tianae. Berlin 1861, e Museo Renano XVIII, pag. 189-20U. E Nanke, Observationes criticae et grammaticae in Statium, Breslavia 1863. A. Jmhof. Emendationes Staiianae, Halle 1867. Jani Gruteri suspiciones in statii Theb. 1. cum animad. F. Handii Jena 1851. 4.
   Edizioni e studii critici particolari per le Selve, sono:
   Ger. Markland, Londra 1728, ristampata da Sillig. Dresda 1827. — Ferd. Hand, publicò le prime tre selve del Libro 1. Lipsia 1817 e la 6. del libro IV, con note. Jena 1849. — 1. Fr. Gronovii in Statii srlvas diatribe. Aja 1837 ; cum annotationibus edidit Fr. Hand. Lipsia 1811. 2 voi. — C. H. Volckmar, specimen novae silvarum Statii editionis, ìlicid 1S60 (dilv. I. 1). La selva quinta del libro 111 fu riveduta ed annotata da A. Jinliof. Halle 1863. — La quinta del libro V. da R. Unger con congetturo su luoghi controversi di Stazio. Ncustrelìtz 1868. — E. Grosse. Observationum in Statii silvis specimen, Berlin 1861.