capitolo iii. — i poeti satirici.
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Quippe te fido monitore nostra Thebais multa cruciata lima Temptat audaci fide Mantuanae
Gaudia famae.
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Se il padre 1' ha vista nascere e guidata ne' primi passi, come è detto nell' Epicedio : (233. ecc.)
..........Te nostra magistro
Thebais urgebat priscorum exordia vatum; Tu cantus stimnlarc raoos, tu pandere facta Heroum bellique modos positusq'ue Jocorum Monstrabas. Labat incerto mihi limite cursus Te sine, ed orbatae caligant velo carinae. »
possiamo credere che nell'ottanta, quando il padre morì, la fosse già incamminata, e non erreremo forse ponendo la fine dei 12 anni tra il 90 ed il 91.
Per la lunga durata dell'opera e la molta fatica che costò all'autore, vedi (oltre i luoghi già riferiti, come le Selve, III, 5,35. II. 7,26) gli ultimi veisi della Tebaide:
— 0 mihi bisscnos multum vigilata per annos Thebais ? —
(3) Non pensandosi però di raggiungerlo, giacché alla sua Tebaide, dice in sul finire:
......nec tu divinam Aeneida tempta,
Sed lcnge sequcre et vestigia somper adora.
(4) Così nella proposizione del poema:
Magnanimum Aeaciden formidatamqae Tonanti Prugcniem et patrio vetitam succedere coelo, Diva, refer; quamquam acta viri multum inclita cantu Maeonio sed plura vacant. Ncs ire per omnem, Sic amor est, beroo velis Scyroque latentem Dalicliia proferre tuba, nec in Hectore tracio Sistere, sed tota juvenem deducere Troja.
(5) Del poema, che voleva scrìvere, sulle imprese di Domiziano parla tre volte: 1) Tebaide 1. 17. 32......
Tempus orit quum laurigerc tua fortior aestro Facta canam:nunc tendo chelyn.....
2) Selve IV. 4. 93.
« Seu vocat arcitenens alio pater armaque monsirat AUsonii majora ducis. Trahit impctus ilio Tarn pridem retrahitque timor.
3) Achilleide 1. 19.
.....Te longo needum fidente paratu
Moinnur, magnusque tibi praeludat Acliilles.
É probabile che se ne sien trovati de' saggi nelle carte del poeta, e forse son di quelli i quattro esametri che si leggono negli scolii di Valla a Giovenale IV. 91. (0. Jahn. Musco Renano IX, pag. 627).
(6) De' contemporanei Giovenale e però il solo che ci parli della grande popolarità di Stazio: Plinio il Giovane, Quintiliano e Marziale non lo nominano. Di questo si può credere che lo movesse l'invidia, ma e gli altri due? Por spiegarci il silenzio di Quintiliano do-