capitolo IIi. — i poeti satirici.
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Edizione.
1. La prima di Bologna 1474. — Poi vengono quelle di Nicola Heinsio Amsterdam 1680. — di P. Burmann Utrecht 1702. Leida 1721. — di T, A. Wagner Gottinga 18U5. — Il testo colla traduzione di Dureau de la Malie, Parigi 1811. — di N. E. Lemaire Parigi 1824.— di A. Weichert il libro Vili con note critiche, Meissen 1817 — l'edizione di Georgio Thilo con lunghi prolegomeni, Halle 1863.
1. Per la critica del tasto vedi: C. Fòrtsch Emendationes Valerianae. Part. 1. Naum-burg 1855. II. 1864. F. Eyssenhardt (Rhein. Mus. XVII. 378-392). Koch (ibid. XVIII, p. 163. f) Ph. Wagner (Philolo^us XX. 617-647). G. Meynelce (Quaesfc. Val. Bonn 1865, e Museo Renano XXII, pag. 362-376), M. Haupl (Hermes III, p. 212) e i prolegomeni di G. Thilo.
Per i confronti son da vedere A. Weichert, uber Leben und Gedicht des Apollonius Meissen 1821; i prolegomeni di Thilo pag. VIII-XIII e Nisard Études. Tra i critici più recenti, che io mi conosca, l'ha giudicato benissimo F. Albert (Histoire de la littérature ro-maine. T. Il, pag. 318-319)'« 11 suit son modèle grec, mais où l'autre s'attardo à cueillir des fleurs, il glissej où l'autre passe rapidement, il s'arrète et donne aux personnages et aux faits un relief plus énergiques » E cita ad esempio la descrizione del carattere e della passione di Medea, che è davvero felice.
§ 31. C,. Silio Italico.
A) Vita.
C. Silio Italico nacque, non si sa di chi nè dove, l'anno 25 dopo Cristo, 779 di Roma. Eu dapprima oratore, e nell'eloquenza studiò d'imitar Cicerone, del quale, ricco com'era, aveva comprato la villa cumana. Nerone lo fece console nel 68, l'anno stesso della sua morte: mandato al governo dell'Asia minore, ne tornò con mo.lta gloria; ed in appresso fu, dice Plinio, tra i primati della città, senza potenza come senza invidia. Salutato, corteggiato da tutti, quando non scriveva versi, passava le giornate in dotte conversazioni coi famigliari e cogli amici che s'affollavano intorno al suo letto. E in quest'ozii lodevoli lavò, se pur era possibile, la macchia d'essere stato setto Nerone spontaneo delatore. Sazio d'onori e desideroso di consacrare l'ultima vecchiaja alle Muse ed agi. altri suoi studi si ritirò nelle sue terre della Campania; dove a 75 anni, per liberarsi da una malattia incurabile, si lasciò morire d'inedia. Fu amantissimo del lusso e della eleganza: ed instancabile comprator di ville che empiva di libri, di statue, di ritratti d'uomini illustri: a talun de'quali, come a quello di Virgilio, rendeva culto quasi divino. Ebbe due figli: derminore pianse la morte, e fu per avventura l'unico dolore della sua vita. Perocché l'altro-che era anche migliore e già consolare, gli sopravisse (1).
(1) Dobbiamo a Plinio il giovine le maggiori e più certe notizie sulla vita di Silio Italico. Udita la sua morte egli ne scriveva così a Caninio Rufo (Ep. 111. 7) « Modo nuntiatus est Silius Itabcus in Neapolitano suo inedia finisse vitam. Causa mortis valetudo. Erat illis natus insanabilis clavus. enjus taedio ad mortem inrevocabìli constantia decucurrit, usque ad supremum diem beatus et felix, nisi quod minorem ex liberis duobus amisit, sed ma-jorem melioremque florentem atque etiam consularem reliquit. Laeeerat famam sur.m sub Nerone, crodebatur sponte accusasse; sed in Vitellii amicitia sapieriter se et comiter gesserai, ex proconsulatu Asiae gloriam reportaverat, maculam veteris industriae laudabili otio abluerat. Fuit inter principes civitatis sine potentia, sine invidia: salutabatur eole-batur, multumque in lectulo jacens cubiculo semper non ex fortuna frequenti doctissimis sernionibus Jies transigebat, cum a scribendo vaearet. Scrfbebat carmina majore cura quam ingenio, nonnunquam judicia hominum recitai ionibus experiebatur. Navissime ita sua-dentibus annis ab urbe seccssiò, seque in Campania tenuit, ac ne adventu quidem novi prin-