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Storia della Letteratura Romana

Cesare Tamagni
Francesco Vallardi Milano, 1874, pagine 590

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a cura di Federico Adamoli

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   capitolo iii. — i poeti satirici. 377
   che vivendo ei l'avrebbe condotto più in là: almeno duo alla morte di Cesare. Vedi le diverse congetture in Bàhr. pag. 402. 3.
   (2) P. P. Stati] Silv. 11. Ad Meliorem Atedium « Excludit volumcn genetliliacon Lucani, quod Polla Argentana, clarissima uxorum, quum hunc diem forte consecraremus, imputari sibi voluit. Ego ìion potili majorem tanti auctons Labore reverentiam, quam quod laudes ejus dicturus hexametros meos timui. » E dopo d'avere enumerate una appresso dell'altra, tutto le poesie di Lucano, soggiunge :
   « Haoc primn juveais canes sub aevo Ante annos culicis Maroniani. Cedet Musa rudis ferocis Ennii Et doeti furor arduus Lucreti, Et qui per freta duxit Argonautas, Et qui corpora prima transtìgurat. Quid majus loquor?Ipsa te Latinis Aeneis venerabitur canentem. »
   (3) Marziale 1. 61. VII. 21. XIV. 194. e nel X. 64. dice alla moglie di lui: « Ille tuus vates Heliconis gloria nostri. »
   (4) Tacito. Dialogo degli Oratori, 20 « exigitur enim jam ab oratore etiam poeticus decor, non Acci aut Pacuva veterno inquinatus; sed ex Iloraiii, et Virgilii et Lucani sacrario prolatus.»
   (5) Quintiliano X. 1. 90. « Lucanus ardens et concitatus et ssntentiis clarissimus, ot, ut dicara quod sentio, magis oratoribus quam poetis imitandus. »
   (6) Petronio Sat. 118 « Belli civilis ingons opus quisquis altigorit, nisi plenus litteris, sub onere labetur. Non enim res gostae versibus oomprohendendae sunt, quod longe melius historici faciunt » — Servio, Aen. I. 382. «Lucanus ideo in numero poetarum esse non me-ruit, quia videtur historiam composuisse non poema.» Lo scoliaste della Farsaglia I, 1 «ideo Lucanus dicitur a plerisque non esse in numero pootarum quia omnino historiam sequitur quod poeticac arti non convenit. »
   (7) Frontone pag. 249, dell'ediz. di Mai.
   (8) Marziale XIV. 194.
   B) BlBMOGBAFIA E CRITICA.
   a) Scoliasti.
   Come saggio degli studii sopra Lucano ci restano gli Scolii, dei quali abbiamo due redazioni : la prima intitolata Commenta che ci giunse intatta in un codice ber nese del secolo X. (370. C) ; l'altra intitolata Adnotationes, conservataci dal codice di Wallerstein, da due codici Vossiani del secolo X in Leida, e da un codice Gemblacense pur del secolo X in Brusselles. Queste annotazioni furono la prima volta pubblicate, ma inesattamente, da Ou-dendorp e da C. F. Weber. Ora li ripubblica tutti H. Usoner, o n'è uscita la prima parte elle contiene i commenti bernesi. Lips. Toubner 1869. Vedi anche H. Gentile, scholia veter a in Lucanum e codice Montepessulano. Berlin 1868.
   b) Codici.
   Per i manoscritti di Lucano vedi l'edizione di Weber, e Teuffei R. L 601.9. 11 più vecchio manoscritto si compone di alcuni fogli palinsesti che si trovano a Vienna, a Napoli ed a Roma, e sono all'incirca del secolo IV. Alcuni degli altri codici, come p. e. quello di Monpellier, portano infine la sci tta: Paulus Constantinopolitanus emendavi manu mea solus, e si distinguono dai _ imanenti perciò che negli ultimi sette libri del poema, i quali non furono pubblicati dall'autore, vi manca in diversa misura un ragguardevole numero di versi elio sono in quelli e paiono interpolati. Vedi del resto peri fogli palinsesti: D.Detlcfscn nel PhilologuS, XIII. pag. 313-357. XV. pag. 520-538. XXVI. pag. 173-181. — W. Steinhart, de Lucani schedis rese.riptis Vindobononsibus, Salzwedcl 1860 e nei Jahrbùcher. 83. pag. 353-367.
   Tamagni Letteratura Romana. 45