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Storia della Letteratura Romana

Cesare Tamagni
Francesco Vallardi Milano, 1874, pagine 590

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a cura di Federico Adamoli

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   libro &ecoinoo. — parie i. — j poeti.
   Se il suo desiderio sia st\to saudite, non sappiamo. Un secolo la credevasi mve, daver scoperto la tomba di Ovidio nelle vie :anze di Kie Dmener Ma si trovò poi che non era vero. 1 ' d
   Dalle poesie licenziose di olìdi non si può giustamente indurre ch'eli fosse addirittura mo scostumato. Noi al,biam conoscili,o altri poeti di ita mestissima che n li o e d .zio e per secondare la inatta fantasia composer u „ nto lubrici quai eli d'Ovidio. Ed egli cln senti il plicolo d' r m la ScS presso contemporanei ed i posteri, si affiatò a persuadere gli amici eh 1 dusa era statai giocosa, ma la vita vereconda (Tris.. 11 3. 53):
   Crede miln distant mores a Carmine nostro: Vita verecunda est, Musa jocosa mea.
   Magnaque pars operum mcndax et lieta meorum Plus sibi permisit compositore suo.
   Noi vogliam credere che non sarà stato più vizioso de' suoi amici, che erano i mi lion uomini di qujl tempo. Egli aveva l'ingegno e il cuore di un a a- e venuto a cinquantanni fa continui godimenti, non trovò nel petto infiacchito dall
   cita a forza di resistere dignitosamente alla sventura. Questa è la sm magg
   c< pa : come nel poetare, così nel vivere preferì di lusingare l'indole sua a zichè -dominarla.
   (1) 11 cognome occorre più volte nelle sue poesie, ad es.: Am. ih 11, 27. II. 1 2 Trist III. 3 g ecc. Dell; pat Aa e dell'anno di nascita cosi scrivo nella quarta lettera del libro X dei Tris , dove ci dà uno schizzo della sua vita.
   Salmo mihi patria est, gelidis uberrimi;S undis, todia qui novies distat ab urbe decem.
   Editus Lino ego sura, nec non ut tempora noris, Cum cecìdi* fato consul uterque pari.
   Della sua famiglia parla nelle lettere dal Ponto (IV, 8, 17) :
   Seu genus excut'.as, equites ab origine prima
   Usque per innumeros inveniomur avos.
   Dell'età del padre ancora nella 10 del libro IV de'Tristi (77):
   Et jam compierat (quando fu relegato) genitòr sua fata novemque
   Addiderat lustris altera lustra novem.
   De1 fratello che gli mori a 20 anni, ancora Trist. IV. 10. come sopra e 27.
   Interea tacito passu labentibus annis, Lìberior fratri sumpta mihique toga est;
   Induiturque humeris cum lato purpura clavo; Et studium nobis, quod fuit ante, manet.
   Jamque decera vitse frater geminaverat annos, Quum perit, et coepi parte carcre mei.
   (2) Seneca (Controv. II. 10.8.) « hanc controversiam memini ab Ovidio Nasone declamari apud rhetorem Arellium Fuscuin, cujus auditor fuit; nam Latronis admii'ator erat, cum diversurn sequeretur dicendi genus. Habebat ille compturu et decens et amabile ingenium, Oratio ejns jam tum niìiil aliud poterat videri quam solutum carmen, adeo autom studiose Latronem audiit ut multas illius sententias in versus suos transtulerit... . (9) .. . tunc autem cum studeret habebatur bonus declamator. .. (12) declamabat autem Naso raro contro versias, et non nisi ethicas; libentius dicebat suasorias: molesta illi erat omnis argu-pientatio.