360 libro secojndo. — parte i. — i poeti.
licili quistioni e di aver sparsa molta luce sulla storia del testo 'Virgiliano. Vedansi anche Ph. Wagner. Quaestiones Versrihanae nel IV volume della edizione di Heyne da lui riveduta. — C. Rearel. Qiiaestionum Vergilianarum criticarum specimen, Celle, 1366 — Ph. Spitta. Quae3tiones Vergilianae, Gottinga, 18(3/.
C) Per la lingua e per lo stile di Virgilio vedi nuovamente le Quaestiones Vergilianae nella edizione di Wagner, ed il preambolo alla edizione scolastica di Ladew g.
§ 2C. Foeti epici minori.
Pontico compose una Tebaide, Tuticano tradusse l'Odissea, Pompeo (1) Macro andando sulle orme de ciclici narrò il fatti, che segarono prima e dopo i poemi omerici (antehomerica e posthomericai ; Cornelio Severo cantò la guerra di Sicilia, Peaone Albinovano scrisse la Teseide ed un poema sui viaggi di Germanico, Caro un poema sulle fatiche di Ercole. Autori di poemi mitologici furono pure Camerino, Largo, Lupo e Tusco
Rabirio e Sestilio Ena cantarono i fatti contemporanei ; e il primo è certamente autore di quel frammento poetico sulla battaglia di Azzio e sulla morte di Cleopatra, che fu trovato nei papiri ercolanesi (1).
(1) La più porte di questi poeti ci sono ricordati da Ovidio, del quale furono amici. a) Pontico. Trist, IV. 10, 47. ex Ponto. IV, 16, 21. Da Properzio (1, 7) sappiamo il titolo del poema :
Dum tibi cadmeae dicuntur, Pontics, Thebae Armaque frateruae tristia militiae.
Tuticano, es Ponto. IV. 12, 20 e 4 4, 16, 27 e) Macro, Ponto II, :0, 21-28. 31-42. IV. 16. 6. Am II. 18, 1. (Antehomerica)
Carmen ad iratum dum tu perducis Achillen Primaque juraiis inuuis arma viris.
e Ponto II, 10, 13.
Tu canis aeterno quidquid restabat Homero Ne careant summa troica bella manu.
Forse agli è il poeta mentovato da Quintiliano (VI. 3. 9G) ed è assai verisimile la congettura di 1. B. Pius, Walther, Volffel ed altri, accettata anche da Teuffel, che egli sia quel Pompeo Macro a cui Augusto diede l'incarico di ordinare le bibliotach-ì fSvet. Caes. 56).
d) Cornelio Severo. Ovidio lo nomina più volte nelle lettere del Ponto e sempre con termini d'alta lode e di grandissimo affetto :
Ponto IV. 2, 1.
o vates magnorum maxime regum
IV. 2, li.
Fertile pev-uus habes
Quintiliano (X. I, 89) così lo giudica: « Cornelius Severus, etiamsi versificator quam poeta melior, si tamen ad exemplar primi libri bellum siculum perscripsisset, vindi-earet sibi jure secundum locum. » Vedi ì frammenti in Wernsdorf. Poetaa latini minores IV. 217 228.
e) La Teseide di Pedone Albinova.io è menzionata da Ovidio (Ponto IV, 10, 71, 75) il quale altrove (Ponto. IV, 16, 0.) lo chiama sidereo: il poema sulla navigazione di Germanico da Seneca il padre. (Snas. 1. 11). Il filosofo Seneca lo conobbe di persona e lo cu.ama elegantissimo novellatore (Ep. 122, 15). Quintiliano dice di lui e di Rabirio (X. 1. 90): « Rabirius ac Pedo non indigni cognitione, si vacet. » Ventiquattro esaraet i del poema su Germanico ci furono conservati da S»3neca il padre, e si posson vedere illu-