360 libro secojndo. — parte i. — i poeti.
Zappert, Virgils Forticben in Mittelalter, Vien 1851 — Schwubbe, P. Virgilius per mediam «tatera gratia et auctoritate florentissimus, Padehorn, 1852.4. — K. L- Rostti, uber den Zau-berer Virgilius, nella Germania di Fr. Pleilfer (IV. 1859 pag. 257-298) e ivi stesso K. Bartseh, pag. 237-240. — C. G. Milberg. Memorabili?! Vergiliana (Maissen, 1857. 4.) und Mirabilia Vergiliana (Meissen, 1807. 4.). — F. Gregorovius, Geschichte d. Stadt Rom. IV (1865).
11 prof. Domenico Comparetti scrisse su questo argomento tre begli articoli nella Nuova Antologia. 11 primo (nel 1866, voi. 1) è intitolato: Virgilio nella Traditone letteraria fino a Dante, gli altri due (1867, voi. IV e V) : Virgilio mago ed innamorato. Distinguendo la tradizione letteraria dalla leggenda popolare, egli prova con una lunga serie di testimonianze che nella prima Virgilio riuscì ad essere tenuto in conto di un maestro e di un profeta (di sofo perchè lin dal primo secolo dell'éra cristiana letto e spiegato in tutte lo scuole, di profeta per la sua supposta predizione della venuta di Cristo), e per la seconda soltanto cominciò ad essere prima taumaturgo benefico a Napoli (dove nacque e si conservò più sincera la leggenda virgiliana) ed a Roma, poi in Roma stessa innamorato e per vendetta d'amore temuto negromante In appresso il suo nome si mescolò con quello di tutti i maghi ed operatori di miracoli del medio evo: nè va certamente lungi dal vero il prof. Comparetti, quando all'erma che la più parte di quelle fiabe e le più ridicole sieno d'oltr'alpc e d'oltre mare venute in Italia ad ingrossare e confondere la primitiva leggenda virgiliana; la quale era nata dall'affetto e dalla venerazione dei Napoletani pel poeta,che fra loro più lungamente era vissuto e presso a loro avea voluto essere sepolto.
Quivi son nominati e giudicati tutti i libri fi documenti che s'attengono alla doppia tradizione virgiliana ; la quale sarà anche meglio conosciuta, quando l'egregio autore avrà pubblicato il suo Virgilio nel medio evo, di cui quegli articoli furono un primo saggio. Intanto a mostrare che le momoric della maravigliosa leggenda non sono ancora spente in quella parte d'Itali,., dove nacque, vado lieto di poter pnbhcarc un breve e grazioso canto leccese, che devo alla cortesia del prof. G. Morosi, mio carissimo discepolo, dove si vede un innamorato che desidera possedere l'arte magica di Virgilio :
Desiderio Versione.
Diu! ci tanissi l'arte de Vargiliul Oh Dio! se io tenessi l'arte magica di Virgilio !
Nnant. le pori'1. to' nducia lu mare; Innanzi alle tue porte io condurrci il mare;
Ca di li pisi ine ficia pupillu, Cliè (allora) de pesci io mi farei pupillo 'un pesce piccolo e grazioso)
Mmienzu le riti to' em'a ncappare ; E verrei a incappare in mewo alle tue reti ;
Ca di l'acelli me facia cardillu, Che (allora) degli uccelli io mi farei cardellino
Mmienzu lu pettu to' lu nitu a fare; Per fare il nido in mezzo al tuo petto;
E sutta l'umbra di li to' capilli E sotto l'ombra de' tuoi capelli
Enia de menzugiurnu a rrepuoare. Verrei di mezzogiorno a riposare.
F) Bibliografia e Critica.
a) Codici.
(1) Delle poesie di Virgilio noi possediamo sette manoscritti di scrittura così detta capitale, dei quali però tre si riducono ad un piccolo numero di fogli e sono : le schedce rescriptce sangallenscs, le schedce rescriptee veronenses, ed i tre fogli berlinesi che in origine appartenevano ad un manoscritto vaticano. La più vecchia scrittura, sebbene molto incompiuta, ci è porta dalle schede vaticane del secondo secolo dell'èra nostra. Vengono in seguito: 1.° 11 manoscritto detto Mediceo, nellaLaurenziana di Firenze, del V secolo. 2.° 11 codice Palatino (n. 1631) nella Vaticana del IV al V secolo. 3° Il codice Vaticano del IV secolo (n. 3867). Aggiungi il codice Gudiano del sccolo IX, tre codici bernesi dei secoli IX e X e il codice Minoraugiense dei secoli X al XII.
Su Questi ed altri codici basta vedere i prolegomeni critici di Riboeck, pag. 218-230.