360 libro secojndo. — parte i. — i poeti.
e naturali, le scene magiche dell'Egloga Vili è del libro IV dell'Eneide, la misteriosa profezia dell'Egloga IV e la discesa all'inferno nel libro VII: tutti questi fatti ed altri pres insieme furono cagione che a poco a poco si attribuisse a Virgilio quasi un ingegno ed una virtù soprannaturale, e che in quell'età delle grandi favole, che fu il Medio Evo, i dott' ne facessero un Savio onniveggente ed i volghi un Mago. TJn mago benefico, a dir vero, ma come tutti i maghi, bizzarro, vendicativo e di volta in volta autore o vittima di strane avventure.
Già primi pi odigli ci sono narrati da Donato: come, ad esempio, che sua madre avesse sognato partorite un lauro, che ei nascesse senza vagiti, che il platano, piantatos il di della sua nascita secondo l'uso del paese, vincesse tutti gli altn in grossezza (1). Poi la scienza portentosa, che gli si attribuiva, lo fe' creder capace anche di scoprile i vizii e le qualità occulte degli animali. E via via seguitando, la fantasia de novellisti ordi intorno al suo nome un tessuto di favole svaria-tissime, tantoché egli divenne uno dei personaggi più popolari della leggenda cristiana. Difatti a lui che aveva profetizzato la nascita di Gesù Cristo poco doveva mancare per essere un cristiano ed un santo ; e si narrava che S. Paolo, venuto a Pozzuoli ad onorarne le ceneri, spargesse lagrime di duolo per non essere giunto a tempo di conoscerlo e di convertirlo alla vera fede.
Ad Maronis Mausoleum Ductus fudit super eum Pise rorem Lacrymae: Quantum, iquit, te fecissem Virum si te invenissem Poetarum Maxime! (2)
Siccome poi è proprio della favola popolare il confondere insieme, senza disti nzione di tempi e di luoghi, i nomi e le cose più disparate, cosi accadde anche a Virgilio che altri lo facesse vivere sotto l'Imperatore Ottaviano, altri sotto il re Sen o, alti sotto Dario ed altri sotto Tito. E non mancò chi ne facesse un suddito del re Arturo nella Bretagna; mentre alcuno di più veloce fantasia lo disse figlio d'un cava .ere della Campania nella selva delle Ardenne e della figlia d'un senatore romano vissu '. sotto l'imperatore Remo, che aveva ucciso suo zio Romolo e lasciato il trono a un figlio di nome Perseo sotto il regno del quale Virgilio studiò alle scuole di Toledo. Ma le maggiori prodezze di Virgilio ebbero, come del resto era naturale, per teatro Roma e Napoli. A Roma una tresca amorosa gli fe' dapprima nemico l'Imperatore, il quale avendo invano tentato di resistere alla sua potenza, fini per nom-narlo suo ministro e rimettere nelle di lui mani la salvezza dell'impero. A Napoli la sua città prediletta, perchè fondata da lui sovra un uovo posto in fondo al mare (onde ii Castel dell'uovo), sparse con larga mano i tesori della sua benefica potenza, aprendo, per esempio, la galleria di Posilippo, mettendo un cavaliero di bronzo coll'arco teso a minacciare il Vesuvio che non erompesse; e di qui, fra l'altre cose, fece 1 miracolo di recare a sè sopra un ponte gettato nell' aria la figlia del Sultano d Babilonia. Queste ed altre più strane fiabe furono narrate in versi ed in prosa per tutto il Medio Evo, e l'ultima raccolta, che è la più copiosa e bizzarra d tutte, fu pubblicata ancora nel XV secolo (3).
Se non che mentre la pia credenza ne faceva un santo e la volgare superstizione un negromante, la scienza e l'alta poesia, che in Italia risorgevano sul 1. ni-tare del decimo quarto secolo, cercando il vero sotto il velo della favola e studiandosi di conciliare la leggenda colla storia, per conj ungere, se fosse possibile, tutta l'èra antica colla nuova, resero la figura di Virgilio più grande che ancora non fosse stata, facendone come il mediatore tra il paganesimo ed il cr: 'ane-simo, tra la saggezza umana che avea presentito la verità e la Fede che l'aveva rivelata. E così nacque il Virgilio di Dante; per cui il poeta latino non è nè un santo nè un mago, ma solamente
.... quel savio gentil che tutto seppe,