CAPITOLO I. — POETI BRAMATICI. 341
(4) Ovid. (Pont. IV, 16. 29) « Musaque Turrani tragicis innixa cothurnis » (Id. Ib. 16. 31). « Cum Varius Gracchusque darent fera dieta tyrannis. »
(5) Dai tre versi interi che pnblica Ribbeck raccoglip.mo i nomi certi di tre sue tragedie. Perocché sono due senarii giambici: uno dell' Atalanza, l'altro del Tieste, ed un dimetro anapestico dei Peliadi (S^enicae poesis ecc., pag. 230).
(6) Orazio (Epist I, 1. 67) « ut propius spectes lacrimosa poemata Puppi»a cui Acrone aggiunge : « tragoedi vel tragoediographi. Pupius tragoediographus ita adfectus spectantium movit ut eos fiere compelleret, unde distichon fecit: flebunt amici et bene noti mortem meam; nam populus in me vivo lacrimavit satis. »
§ 17. C. Melisso e la comedia trabeata.
0. Me .sso nacque a Spoleto. Esposto, per la discordia de'genitori, trovò cni ló raccolse, lo educò con molta cura e ne fece dono a Mecenate, a cui servi parecchi anni nell'uffic o di grammatico. E veggendosi tenuto dal padrone in conto d'amico, alla madre che lo ridomandava preferì la schiavitù. Fu poi reso alla libertà, e da Augusto delegato ad ordinare la biblioteca del portico di Ottavia.
Egli fu autore di un nuovo genere di comedia togata, che chiamò trabeata;' e vuol dire la comedia de'cavalieri, Ma, com'era facile prevedere, non ebbe seguaci (1).
(1) Svetonio. Gramm. 21. (p. 115 dell'ed. di Reifferscheid). — S. Gerolamo (nella Cronaca di Euset .o, 751 di Roma) : « Melissus Spoietinus grnmmaticus agnoscitur. » — Ovid. (dal Ponto IV, 16. 30) : « tua cum socco Musa, Melisse, levis. »
§ 18. Pomponio Secondo.
L. Pomponio Secondo, partigiano ed amico di Sejano, sfuggì, dopo la disgrazia del potente mir stro, al pericolo di morte solo per la carità del fratello, che entrando mallevadore per 11 lo tenne molti anni in custodia presso di sè. E potè in tal modo soprav .vere a T;ber >. Da Caligola gli fu resa la libertà e sotto Claudio combattè valorosamente contro ; Catti nella Germania. Plinio il vecchio, che gii fu amico, ne scrisse la vita i due libri (1). Compose tragedie, e fra esse un Enea, che gli meritarono alte lodi da Tai to e da Quintiliano. Questi dice però che i vecchi lo giudicavano poco tragico, e confessavano solamente ch'egli entrava innanzi a tutti per lo splendore e per la erud me. I quali erano appunto, come vedremo più sotto, . proprii e' fett delle tragedie di questo secolo (2).
(1) Tacito (Ann. V, 8): «Relatum inde de P. Vitellio et Pomponio Secundo, illum indices arguebant claustra aerarii, cui praefectus erat, et militarem pecuniam rebus novis ob-tul.sse; huic a Considio praetura functo objectabatur Aelii Galli amicitia, qui punito Sejano in hortos Pomponii quasi fidissimum ad subsidium perfugisset. Neque aliud pericli-tantibus auxilii quam in fratrum constanta fuit, qui vades extitere . . . Pomponius multa morum elegantia et ingenio inlustri, dum adversam fortunam aequus tolerat, Tiberio su-perstes fuit. » Delle sue spedizioni nella Germania vedi ancora Tacito (Ann. XII, 27, 28). Plinio il Giovane, enumerando a Bebio Macro (Ep. III, 5) le varie opere di suo zio, pone seconda la vita di Pomponio « De vita Pomponi Secundi duo ; a quo singulariter amatus hoc memorine amici quasi debitum munus exsolvit. »
(2) Si riferiscono alle tragedie sue i seguenti passi : Tacito (Ann. XI, 13): « Claudius . .. tneatralem populi lasciviam severis edictis increpuit. quod in P. Pomponium Consularem (is carmina scenae dabat) . . . probra jecerat. » (XII, 28): « decretus Pomponio triumphalis honos. modica pars famae ejus apud posteros in quis carminum gloria praecellit. » (Dialogo degli Oratori. 13): « Ne nostris quidem temporibus Secundus Pomponius Afro Domitio vel dignitate vitae vel perpetuitate famae cesserit. » Quintiliano (X, 1, 98) : « eorum quos viderim longe princeps Pomponius Secundiis, quem senes quidem parum tragicum putabant, eru-