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LIBRO SECONDO. — PARTE I. — I POETI.
circa novantanni (1). Ci rimangono i titoli ed i frammenti di dodici sue tragedie tratte dal greco, e d'una pretesta intitolata Paolo: nel quale personaggio altri voile vedere raffigurato Emilio Paolo, il vinto glorioso di Canne, altri Emilio Paolo Macedonico il vincitore dì Perseo (2).
I giudizii dei Romani su Pacuvio variano a seconda de secoli e del gusto dei critici. Già Lucilio ne diceva contorti gli esordii, e mentre Varrone lo additava ad esempio di libertà, Cicerone nel Bruto asse- va che egli e Ceuib aveano parlato in cattivo latino. Orazio s' accontenta di fargli dare dai suoi contemporanei il titolo di dotto vecchio, Persio lo chiama verrucoso, e Tacito nel Dialogo scrive che nessun oratore del suo tempo avrebbe voluto bruttarsi delia muffa di Azzio e di Pacuvio. Quintiliano lo dice chiarissimo per gravità di sentenze, peso di parole, autorità di persone , e della sua rozzezza dà prima che a lui la colpa a tempi (3). E quest' è l'ultimo e più giusto giudizio che sì possa proferire, Pacu> o, che parlava già male per Cicerone, doveva parere poco meno che orrido agu azzimat contemporanei di Tacito e di Quintiliano; ai quali l'accorto retore volle dire che misurassero, prima di giudicarlo, fa distanza tra se e quell' antico, e vedessero quanta strada s'era dovuta fare per venire dalla rozzezza di que' tempi alle presenti lascivie.
La notizia di Diomede, ch'egli avesse scritto satire al modo di Ennio, non ha altra testimonianza che la confermi.
(1) S. Gerolamo (Cron. di Eus. 01. 156.3 = 602. di Roma, 152. av. Cristo) « Pacuvius Brundi-sinus tragoediarum scriptor clarns habetur Ennii poetae ex lìlia (?) nepos, vixitque Romae quoad picturam exercuit ac fabulas veuditavit. Deinde Tarentum transgressus prope nonagenaria diem obiit.» E Plinio nella storia Maturale (35,7). « Proxime celebrata est in foro boario, aede Herculis, Pacuvii poetae pictura. Ennii soror-e genitus hic fuit, clarioreraque eam artem Romae fecit gloria scenae. » Aulo Gellio (1. 24) riferisce, dopo i due superbi epigrammi di Nevio e di Plauto già mentovati, questa modestissima inscrizione di Pacuvio :
Adoléscens tametsi próperas, te hoc saxum, rogat Ut sé (se) aspicias : deìnde quod scriptum èst, legas. Hic sunt poetae Pàcuvi Marci sita Ossa, hòc volebam néscius ne essés: Yale.
(2) I titoli delle tragedie sono: Antiope, Il giudizio delle armi, Atalanta, Crise, Dulo-reste, Ermione, Ilione, Medo, Niptra, Penteo, Peribea, Teucro. I frammenti veggansi in Ribbek (Tragicorum ecc. pag. 62-114.278-298, ed inoltre, Scenicae II. poesis, ecc. p. 75-136), per il quale il Dulorcste è, come l'Antiope, tratto da Euripide: Niptra, Teucro, Crise da Sofocle ; dell'altre non si può con certezza dire onde sian tolte.
(3) Lucilio citato da Nonio, p. 30, 27 « tristis contorto aliquo ex Pacuviano exordio. » Gellio (VI, 14. 6.) « cxempla in latina lingua M. Varrò esse dicit ubcrtatis Pacuvium, gra-eilitatis Lucilium, mediocritatis Terentium. » Cicerone nel Bruto (74, 258) : « illorum (Laeli et Africani minoris) aequales Caecilium et Pacuvium male locutos videmus. » Orazio ^Ep. II. 1.55) «Aufert Pacuvius doeti famam senis. » Persio. (Sat. 1. 77) : « Sunt quos Pacuviusquc et verrucosa moretur Antiopa, aeruranis cor luctificabile folta?» Marziale (XI. 90) : « Atto-nitusque legis terrai frugiferai, Attius et quidquid Pacuvìusque vomant. » E Qu'a diano (X. 1.97): « Tragoediae scriptores veterum Attius atque Pacuvius clarissimi gravitate sen-temiarum, verborum pondere, auctoritate personarum, Ccterum nitor et summa in eoe-eolendis operibus manus mayis viderì potest temporibus quam ipsis defuisse. » Sopra Pacuvio vedi in generale W. Teulf'el, Caecilius Statius ecc. Tiibingcn, 1858. — Patin, Etudes aur la Poésie latine. Tom. II, pag. 137. Paris, Hacùette, 18C9.
§ 6. Stazio Cecilio.
Stazio Cecilio fu nativo dell'Insubria; a detta (. taluno, milanese. In qual anno nascessse e da chi non sappiamo. Aulo Gellio dice che fu schiavo, e di qui prese nome di Stazio, eh' era appellativo servile. A Roma, dove venne verisimnmente tra