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Storia della Letteratura Romana

Cesare Tamagni
Francesco Vallardi Milano, 1874, pagine 590

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a cura di Federico Adamoli

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   320 LIBRO SECONDO. — PARTE I. — I POETI.
   Nevio , che soli in quest'arto precedettero Plauto; ed anche la congettura di Varrone non dà una spiegazione soddisfacente. La quale è invece da cercare in quello che abbiam detto di sopra. Vedi anche Moramsen, Rora. Geschichte. 1. 882.
   Per l'ultima dello favole varroniane, che andò perduta, vedi: Guilelmì Studemundi Commentatio de Vidularia Plautina. Greifswald, 1870-71.
   (3) Cicero (de ofliciis. 1. 29. LO t) « Duplex omnino est jocandi genus, unum illiberale, petulans, flagn    « Postquam est mortem aptus Plautus comoedia luget, Scaena est deserta, (ac) dein risus ludus iocusque, Et numeri innumeri simul omnes collacnmarunt. »
   (4) Ep. II. 1. 57. Dicitur Afrani toga convenisse Menandro,
   Plautus ad exemplar Siculi prosperare Epicharmì, Vincere Caccilius gravitate, Torentius arte.
   E faccio grazia ai lettori di tutte le fatiche degli interpreti per torcere il senso ad un passo che parla già di per sè così chiaramente.
   (5) Le comedie di Plauto furono rappresentate molti anni ancora dopo la sua morte, e tornarono in onore particolarmente nel principio del settimo secolo, come ne fanno prova i prologhi, che sono quasi tutti fattura di poeti o di comedianti di quell'età. Ved Ritschl. Parerga 1. pag. 180-238. — W. Teuffel. Rhein. Museum. VIII. edi Jahriicher di Jahn.95.p.32. ecc. — A. L. R. Liebig, de prologis Terentianis et Plautinis. Górlitz, 1859. —C. Dziatzko, de prologis Plautinis et Terentianis quaestiones selectae. Bonn, 1864; e del medesimo: Ueber die plau-tinische Prologe, allgemeine Gesichtspunkte, Lucerna, 1867. — Laclewig. Zu den Prologen der Plautinischen Komòdien nei Jahrbucher, '99. pag. 473 ecc.
   Gli argomenti acrostici, che stanno innanzi a tutte le comedie, fuo: le Bacchi li, sono verisimilmente opera di un Aurelio Opilio del settimo secolo di Roma, g] altri cinque non acrostici son del tempo degli Antonini. Ai critici e commentatori di 3lauto già mentovati aggiungiamo L. Cornelio Sisenna e Terenzio Scauro.
   C) Bibliografia e Critica. a) Codici.
   Sul p .-incipit) del secolo decimoqainto si conoscevano soltanto le pi ne otto comedic di Plauto, le ultime dodici credevansi perdute. Nel 14?8 fu scoperto n Germania un manoscritto, che insieme con queste conteneva ancora 1' Amfitrione, l'ASinaria, l'Aulular.a o la prima metà dei Captivi (lino all'atte III, 2, 4). Questo manoscritto fu dalla Germania recato a Roma nel 1429- ed ora è nella Bibliotoca Vaticana col nome di codice d' Orsin dal Cardinale che prima lo possedette. Pure in Germania furono trovati nel decimosesto secolo, e nel seguente (1622) trasportati da Heidelberga a Roma, i due manoscritti del Camerario ; il primo de' quali (dell' undecimo secolo) chiamato volgarmente vetus codev contiene tutte le venti comedie, il secondo (del dodicesimo secolo) chiamato già dal Pareo Codex Decurtatus contiene soltanto le ultime dodici comedie. Un codice compiuto