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Storia della Letteratura Romana

Cesare Tamagni
Francesco Vallardi Milano, 1874, pagine 590

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a cura di Federico Adamoli

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   CAPITOLO I. — POETI DB AMATICI. 319
   Di qui la grande popolarità di Plauto tra i contemporanei e l'alta stima che ne fecero ancora gli scrittori del settimo e dell'ottavo secolo; di qui io studio che dono l rinascimento posero in lui letterati, artisti e filologi d'ogni paese= Che se altii volesse tacciarlo di scetticismo, perchè ci porga i più begli ammaestramenti di virtù e di prudenza come coll'aria di un uomo, il quale dubi', se avremo la libertà o la vog La d osservarli, noi non diremo forse di no, ma non condanneremo per questo il poeta. 11 quale era innanzi tratto un uomo de' suoi tempi, e cercando, come un com/co deve fare, nelle perpetue contraddizioni della vita e del cuor umano la p ma e più copiosa sorgente di ridicolo, doveva dall'esperienza propria e degli altri essere indotto prima a dubitare che a credere, ed a temere prima che a sperare del successo de' suoi propri consigli. Per ultimo lo stesso Orazio dovette dire, che i i lui più che negli altri poeti latini l'azione cammina spedita e celere al suo fine (4). Ed la bella lode che si possa dare ad un poeta dramat' io (5).
   (1) Nella prima lettera del libro secondo (170-176).
   ..........Adspiee, Plautus
   Quo paeto partes tutetur amantis ephebi, Ut patris attenti, lenonis ut insidiosi; Quantus sit Dossennns edaeibus in parasitis; Quam non adstrieto pereurrat pulpita socco: Gestit enim nummum in loeulos demittere, post hoc Securus, eadat an recto stet fabula talo.
   (2) Aulo Gellio scrive (III, 3,11) «Feruntur sub Plauti nomine eomoediae eirciter centum atque triginta. Sed homo eruditissimus L. iTClius quinque et viginti esse ejus soJas existi-mavit » Servio nella prefazione al commento dell' Eneide dice : «. Plautum al dieunt vi-ginti et unam fabulam seripsisse, alii quadraginta, alii centum. » E Gellio ancora cita gl'indici delle comedie plautine stesi da Sedigito, da Claudio, da Aurelio ; ai quali Varrone non volle credere, ma seguendo l'indole del poeta e della lingua venne a quella distinzione che poi sopra si disse. « Verum esse eomperior, quod quosdam bene literatos horuines dicere audivi, qui plerasque Plauti comoedias curiose atque contente leetitaverunt, non indieibus Aelii Sedigiti, nec Claudii, nec Aurelii, nec Aeeii, nec Manilii super his fabulis, quae dieuntur ambiguae, eredituros, sed ipsi Plauto moribusque ingcnii atque linguae ejus. Hae judieii norma Varronem quoque usum videmus. Nam praeter illas unam et viginti quae Varro-n ,nae voeantur, quas ideireo a eeteris segregavit, quoniam dubìosae non erant, sed consensi! omnium Plauti esse censentur, quasdam item alias probavit, adduetus stilo atque fa-cetia sèrmonis Plauto eongruentis, easque jam nominibus aliorum oeeupatas Plauto vin-d: IT t. » E Ritschl (Parerga. III. Die Fabulae Varronianae des Plautus) congettura che in questa seconda classe Varrone n'abbia annoverate diciannove, le quali aggiunte alle prime ventuna fanno le quaranta di Servio a un bel circa nel seguente modo : 22 Saturio; 23. Ad-dietus; 24. Boeotia; 25. Nervolaria ; 26. Fretum; 27. Trigemini; 28. Astraba; 29. Parasitus piger; 30. Parai tus medieus; 31, Commorientes ; 32. Condalium; 33. Gemini lenones; 34. Feneratrix; 35. Frivolaria; 36. Sitelhtergus; 37. Fu gitivi; 38. Caeistio ; 39. Hortulus; 40. Artemo. Alla terza classe delle spurie potrebbero ancora, secondo Ritschl. appartenere: I. Colax; 2. Carbonaria ; 3. Acharistio ; 4. Bis compressa; 5. Anus ; 6. Agroeeus; 7. Diseolus; 8. Phagon (?); 9. Cornieula ; 10. Caleeolus ; 11. Baeearia, 12. Caeeus aut Praedones.
   uirea l'orig ,ie delle false comedie, Gellio dice dapprima per conto suo, che esse fossero d'an' ci x poe ' e da Plauto ritoccate e ripulite, così da parer scritte da lui; poi riferisce quanto Varrone lasciò scritto nel libro delle comedie plautine , che , cioè, tosso esistito un tal Plaus o poeta comico, le comedie del quale per la somiglianza del nome si confondessero con quelle di Plauto, « In eodem libro Varronis id quoque scriptum, etiam Plau-tiim fu'sse quomp'am poetam eomoediarum; eujus quoniam fabulae Plauti inseriptae fo-rent aeeeptas esse quasi Plautinas: cum esscnt non a Plauto Plautinae, sed a Plautio Plau-tianae.» Cìc che qu. 3ollio dice non si potrebbe intendere che di comedie di Andronico e di