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Storia della Letteratura Romana

Cesare Tamagni
Francesco Vallardi Milano, 1874, pagine 590

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a cura di Federico Adamoli

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   316 LIBRO SECONDO. — PARTE I. — I POETI.
   dace povertà si ricordò del teatro, e giovandosi delle cognizioni che vi aveva acquistate scrisse intorno f.i 30 ann 'e sue tre prime eomedie (3).
   Lavorando lino alla più tarda età mori l'anno 570 (184 a. C.).
   (1) La questiono del nome fu posta e risoluta ad un tempo da Federico Ritschl coll'au-torita del palinsesto ambrosiano, dove ad occhio veggente si legge T. Maccius Plautus. Il M. Accius delle volgari edizioni non istà scritto in alcun codice, e deriva da un errore dei primi interpreti di Plauto, Saraceno c Pio, che si lasciarono sgannare da alcuni passi male scritti e male intesi di Yarrone e di Fcsto Nei manoscritti più recenti (i più sono del XV secolo), che contengono solamente le otto prime eomedie, il poeta è detto Plautus Asinius, che, a parere di Ititschl, è un'evidente corruzione di Plautus Sarsinas Comunque sia, i Romani lo chiamaron semplicemente col nome di Plauto, che in lingua umbra voleva dire dal piede piatto.
   Alla proposta di Federico Ritschl assentirono tutti i filologi tedeschi, tranne Geppert e Kloin: in Francia le fecero buon viso pei primi Naudet e Benoist: in Italia l'ostinata opposizione di T. Vallauri o l'amor dell'abitudine vincono ancora nell'animo di molti il peso delle buone ragioni; e, ch'io mi sappia, cessun'edizione del poeta umbro è uscita fin qui che porti il vero nome in luogo del falso.
   Vedansi del resto su questa controversia: Fed. Ritschl. Parorgon Piautinorum Teren-tianorumque Volumen primum. Lipsiae a pud Weidmannos, 1815.— Geppert nei Jahrbiicher di Jahn. Supplera. XIX, pag. 262,e sog. — M.Hertz, T. Maccius Plautus, oder M. Accius Plautus? Berlino 1851. — Thomae Vallaurii Aniinadversiones in Dissertationom Friderici Ritschelii de Plauti poetae nominibus , ristampate a Torino insieme con quattro Acroasi coi tipi di Marini e Cantici 1808; alle quali risposero F. Ritschl nella prefazione del secondo volume degli opuscoli filologici (Lipsia, Toubner, 1863) e M. Hertz collo scritto: De Plauti poetae nominibus epimetrura. Bresiau, 1867. Le quali risposte furon poi cagione d'altre due scritture del professore torinese, che vanno insieme con quella prima. —J.L. Klein Geschichte aes Drama's. Léipzig, 1865-67. II. pag. 480 e seg. — Naudet, nella Nouvelle Biographie géné-rale, publiée par M. Firmin Didot frères. Paris, 1862, tom 40. alla voce Plautus. — E. Benoist. Titi Macci Plauti Rudens. Paris, 1864. — Bernhardy. GriinJriss der R. L. pag. 418, nota 339, e finalmente nei Jahrbiicher (1868, pag. 212 e seg.) un articolo di L. Mtiller, intitolato: Titus Maccius Plautus.
   (21 Per l'età di Plauto vedasi ancora Ritschl nell'opera summentovata : de aetate Plauti, pag. 45-70. Cicerone nel Bruto (15, 60) scrisse: « Plautus P. Claudio L. Porcio coss. (570) mortuus est, Catone censore. » E nel Catone (14 50) cita Pianto insieme con Nevio e Livio ad esempio de'vecchi che lavorano: « quam gaudebat Truculento Plautus, quam Pseudulo. »
   (3) Aulo Gellio (111 314): « Saturionem et Addictum et tertiam quandam, cujus nunc tnihi nomem non suppetit, in pistrino eum scripsisse Varrò et plerique alii memoriae tra-diJerunt, cum pecunia omni quam in operis artilìcum scenicorum pepererat in mercatibus perdite, inops Romam rediissot et ob quaerendum victum ad circumagendas molas quae trusat es appellantur operam pistori locasset. » E. S. Gerolamo nella Cronaca di Eusebio Plautus . . . qui propoer annonae difficultatem ad molas manuarias pistori se locaverat, ibi quotiens ab opere vacaret scribere fabulas solitus ac vendere. »
   B) Opere.
   Orazio lasciò scritto che Plauto voleva innanzi tratto empire di danari la cassetta, senza darsi pensiero che la favela bene o mal si reggesse sui talloni (1). E 1 biasimo, per quanto severo, non ci parrà del tutto ingiusto, se consideriamo che Plauto scriveva per vivere, e che tutte le sue eomedie son tolte di peso dal greco. Egli ne compose molte: ci disse ventuna, chi quaranta, chi cento; ai temp d Aulo Gellio circa cento e trenta eomedie andavano sotto il nome di Plauto. Ma d queste le più erano false, essendo avvenuto allora ciò che spesse volte s'è ripetuto in altri tempi e paesi, che il nome popolarissimo di Plauto fosse posto per vanità,