CAPITOLO VI. — QUINTA ET*.'. 309
l'arsi e l'accento ton ;o bi fanno contrasto non più che due voltb. E lo stesso fatto si nota in questo ej itafiìo cristiano della fine del V secolo (1), che è pure di se-narii giambici :
Laus ista, FelL;, réspicit te, présbyter,
Nec té, Le~\ ita Adeodate, praéterit, Quorum fidelis àtque pervigll labor, Decus ómne tectis ut rediret, Institit (2).
Nè la cosa va d tersamente per le canzoni soldatesche, e per le poesie cristiane sci ^te in versi trocaici : f
Urbani, servàte uxores, moéchum caivum addùcimus Aùrum in Qallia éffutuisti, hlc sumpsisti mùtuum.
(Svet. Caes, 51). Sàlva Roma, sàlva patria, sàlvus est Germànicus.
(Id. Calig, 6). I> sce militàre miles, Gàlba est non Gaetùlicus.
(Id. Galba, 6).
Aliud scriptum habét Sarmentus, àliud populus vóluerat,
Digna dignis : sic Sarmentus hàbeat crassos cómpedes, Rùstici ne nll agatis, àliquis Sarroentum àlliget.
In quest sette settenarii trocaici, dice Corssen, che si stendono dall'età di Cesare sino a Domiziano, tra 56 arsi quattro sole cadono sopra sillabe atone, lasciando nella tes la sillaba accentuata. E nei noti eanti soldateschi della fine del terzo secolo, conservatici da Yopisco (3) :
1. Mille, mille, mille, mille, mille decollàvimus.
2. Unus homo mille, mille, mille decollàvimus.
3. Mille, mille, mille, mille, vlvat, qui mille óccidit.
4. Tàntum vin némo habet, quàntum fudit sànguinis.
5. Mille Sarmatas, mille Francos sèmel et semel occldimus.
6. Mille, mille, mille, mille, mille Persas quaérimus.
Tarsi e accento tonico, fuori d'una volta sola, coincidono. Hómo ed hàbet hanno l'arsi sulla vocale del tema quantunque breve, perchè 1' accento tonico bastava a farla parer lunga.
Ne seguenti versi dove si narra la pietosa istoria del seppellimento di due martiri cristiani, si vedrà che l'accento tonico e l'arsi, fuorché in ducebant, s'incon-tran sampre nel i stessa sillaba, perche vi è tolto affatto ogni divario tra sillabe lunghe e sillabe brevi:
Duse quaedam réferuntur Rómae natae féminae, f '
Una dieta èst Lucilla Firmininaque àltera,
Véram puris rétinentes Chnsti fidem córdibus,
(1) Fleetwood, Syll. inscr. Monum. Christ. p. 400 (474 dopo Cristo). Corssen, Voi. II, 938.
(2) '1 testo, quale è dato da Corssen, ha: ut redderet, a cui, per rassettare ti verso , fu tra parentesi premesso his. Il mio amico prof. G. B. Gandino mi avvertì che mutando redderet in rediret il verso torna /a giusto, senza bisogno d'aggiunte; ed io accettando il comodissimo rimedio ringrazio il medico che me lo ha suggerito.
(3) Vita di a urei. 6, 7.