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LIBRO i'RIMO.
nuova formazione di parecchi tempi nella coniugazione. 4. La nuova formazione di una intera classe di avverbii.
La perdita dei casi é antica in latino e precede 1 prirnordj della letteratura , dalla quale fu fermata per parecchi secol ed mpedita almeno nella lingua scritta. Essa è dovuta al suono debolissimo delle consonanti D, M, S, al progressivo deperimento ed alla conseguita assir dazione de dittonghi e delle vocali finali, cne in latino sono costantemente atone, ed un poco anche al senso grossolano delle plebi, cui tornava comodo di esprimere i rapporti delie cose con segni più chiari e palpabili che non fossero quelle incerte desinenze, delie quali capivan sempre meno l'uso ed 1 valore. Pertanto, se ne togliamo il vecchio francese che fino a tutto il secolo XIII distingueva in qualche modo il nominativo dall' accusativo (1), ed il va-laco che in un singolo caso separa ancora il nominativo dal vocativo , i sei casi latini si sono nelle lingue romanze ridotti ad un'unica forma, E quale fu il caso prescelto? La logica «irebbe il nominativo, che è il caso retto, il caso del soggetto; ma la grammatica contraddice in parte almeno a questa supposizione. Giacché per tacere ancora delle due vecchie lingue di Francia, è certo che lo spagnuolo scelse l'accusai vo tanto nel singolare come nel plurale (sing. corona, ano, ladron = coronam, annom, latronem; plur. coronas, aros, ladrones = coronas, annos, ladrones), e l'italiano Sj valse promiscuamente del nor inativo e dell'accusativo, per guisa che non è sempre agevole discernere di quale tra i due casi siasi servito. E difatti se sono schiettamente nominativi ì plurali corone, anni, ladroni, uomini, se sono nominativi i singolari uomo, ladro, sarto (sartor), sangue, tempesta, se possono essere ugualmente nominativi ed accusa ivi i singolari femininili in a: rosa, fiamma, testa, corona ed i maschili in o: luogo, figlio, servo, uccello, sono certamente accusativi tutti i nomi (della 3a latiua) terminanti in ore ed one, come: onore, dolore, fiore, ladrone, occasione, pensione; sono accusativi i nomi troncati in u, in a ed in e\ come virtù (temi, probità (tem), re (gem). Ma la caduta della r,% ed il cangiamento costante di am latino in a, di um in o, di em in e nei nomi e nei verbi aggiunge verosimiglianza al supposto che anche le desinenze si golari in a ed o procedano dall'accusativo. Femmina, luogo, ragione vengono da feminam., locum, rationem, come amata, ami, dieci, sette, nove da amabam, amem, decem, sepiem, novem (i).
Dopo di ciò il nominativo e 1' accusativo non ebbero bisogno d' altro ajuto per essere riconosciuti l'uno come soggetto, l'altro come oggetto del verbo, e ad < aitare l'ambiguità bastò collocar le parole nell' ordine diretto e logico della proposizione. Per g altri casi diventò necessar ) il sus: 'dio delle preposizioni, delle quali aveva già avuto j> sogno il latino classico per esprimere parecchie attinenze a cui più non bastavano le sole tern nazioni. Ad esem] io il moto a luogo ed il rapporto di pertinenza d'uno ad altro oggetto s'eran dovuti significare premettendo in o ad al caso accusativo, lo stato in luogo, il moto o la provenienza da luogo , 1' autor , il motivo o l'origine dell' azione e la no.',ione di compagnia avevan richiesto l'uso delle particelle in, ex, de, a, ab, abs, cum col caso ablativo. E se in Plauto troviamo già ìiunc ad carnificem daòo, e in Terenzio pauperem ad ditem dari, ed in Var-rone quod apparet ad agrìcolas, le iscrizioni della inferiore latinità ci danno cu-rator de sacra via, oppida de Samnitibus, de natione Bessus e va d endo (3). Di
(1) Per i due casi dell'antico francese basta vedere, oltre Diez, Littré nel primo volume dell'opera summentovata e la Crammaire historimie di Brachet.
(2) All'opinione di alcuni grammatici, accolla anche da Fauricl (Dante, ecc. Voi. II.) che queste desinenze provengono dal caso ablativo, contraddice con buone ragioni Diez. Gr. II. 8 e seg. (2.a ediz)t
(5) Le iscrizioni degli ultimi secoli dell'impero latino ci offrono infimi csempii di confusione nell' uso dei casi, dai quali si vede chiaro che il popolo non ne ricordava più il valore e non sapeva quindi rettamente applicarli. Abbiamo per esempio: 1) Il nominativo e l'accusativo per l'ablativo ed jl Stivo : ab aedem, cum conjugem suam, prò salutem, ili senu mare; 2) il dal 'o o V ablativo per l'accusativo: ob mentis, ob perpetuo amore, per quo, in vinculis missus, ab ante ocului ecc.