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Storia della Letteratura Romana

Cesare Tamagni
Francesco Vallardi Milano, 1874, pagine 590

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a cura di Federico Adamoli

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   CAPITOLO VI. — QUINTA ETÀ'. 291
   le voci di origine celtica; le quali non vennero neanche direttamente dal celtico, ma dal /latino in cui prima orano passate. Così alauda e cervisìa, due voci galliche latinizzate divennero in francese: alouelte e cervoise, in italiano allodola e cervogia (1).
   Anche nelle Gallie, il latino volgare diede origine a due lingue diverse: la langue d'oc o provenzale del mezzogiorno, la langue d'oil o francese del settentrione. Quando questa separazione avvenisse e per quali precise cagioni non è ben chiaro. È però facile intendere elio le antiche differenze tra il mezzodì ed il settentrione doveano essere continuamente accresciute dall' nvasìone germanica cominciata nel secondo secolo e compiuta nel quinto colla dominazione dei Franchi. Diaz ed altri sono d'avviso, che dentro certi limiti una sola lingua romana fosse originalmente parlata in tutta la Gallia, e che questa lingua siasi sorbata più pura nel provenzale, che nel francese; il quale intorno al nono secolo a poco a poco se ne divise. Come docu-nento della comune lingua delle Gallie si adduceva il famoso giuramento di Strasburgo dell'anno 842, ma Diez osserva ancora che esso è scritto in dialetto francese, perocché vi si legge per es. cosa per causa che non è affatto voce provenzale (2). Comunque sia dell'origine, certo èebe questa separazione delle due lingue fu lungamente mantenuta dalla diversa indole e dalla rivalità dei due popoli; e il provenzale dopo ch'ebbe avuto una splendida letteratura, cessò d'essere lingua, quando dopo la distruzione degli Albigesi il mezzodì delia Francia venne saldamente congiunto e sottomesso al settentrione. Allora il francese divenne la lingua di tutta la nazione (3).
   Il latino aveva pur messo buone radici nella Rezia, ma finì per esserne cacciato dall'invasione germanica e f rifugiò ne' monti de' Grigioni dove, diviso ne'duo dialetti rumonico e ladino, sopravvive col superbo titolo di « antiquissm lungaig da l'aulta Rhaetia ». Ed ivi si parla ancora e si scnve, come s scrivono i dialetti, ma non ebbe né avrà più forza di diventare lingua letteraria. Il suo più antico monumento è una versione del nuovo testamento dell'anno 1560 (4).
   La Dacia diventò provincia romana sotto Trajano (107 d. C.\ elle vintala vi mandò ad abitare coloni tolti da tutte le partì del mondo romano. Così Eutropio (Vili, 6,): Trajanus vieta Dacia ex toto orbe romano infinitus eo copias liominum transtulerat ad agros et urhes colendas. » Ma Aureliano dovette nel 272 cederla ai Goti, e trapiantare una parte degli alitanti nella Mesia. Sulla fine del quinto secolo (489) cominciarono le scorrerie dei Bulgari, i quali, quando l'anno G78 posero stabile dimora nella Mesia, vi trovarono già stanziate colonie di slavi; ed ottant'anni appresso si nominava una provincia slava (la Slaviuia) in Macedonia. Dal latino di qae'coloni alterato colle favelle dei primi abitatori (che'erano Geti e Daci, popoli di stirpe tracia parlanti una lingua affine al vecchio dn-'co) e di questi successivi nvasori uscì il valaco, che oggi è la lingua di più che tre milioni d'uomini abitanti sulle due rive del Danubio. Il nome odierno è tedesco; ma i popoli che la parlano e la scrivono chiaman se Romeni, Romuni, che vuol dire Romani, e Romenie, Romimie, ossia romana, la loro lingua. Essa occupa Principati Danubiar'1, che è '1 solo stato autonomo di quella gente, molta parte della Transilvania, alcune striscie limitrofe dell'Ungheria e della Bessarabia, e sulla i va destra del Danubio si protende nella Tracia, nella
   (1) Brachet. Tntrod. IP
   (2) Diez. I. 101, 102. Schuchardt. 1. 9(5.
   (3) « Si Pon h une ligne de la Rochelle i Grenoble, on aura trace la déinarcation des deux langues, et fixé leurs fronlières; au nord de cette Iignc le doinaine de la langue d'oil, au sud celili de la langue d'oc. La langue d'oc ou, cornine disent plus volontiers Ics modcrncs, le provencal (d' una des regions Ics plus importantes de son domarne) se dévcloppa du dizienie au onzieme siede, pa-rallélement à la langue du Nord: et fournit principalemeut au douzieme siòcle une brillante litléra-lure lyrique. La rivalile des inóridionaux et des homr.ies du Nord, qui se termine par la guerre des Albigeuis et la défiite du Midi, porta le coup de mort à ccttc littéralure. En 1272, la Languedoc passe à la France, et V introduction du fran^ais suit de près cette annexion. » Brachet, tntrod., pag. 42.
   (4) Vedi Schuchardt I, 97, Diez. 1. 152,