Stai consultando: 'Storia della Letteratura Romana ', Cesare Tamagni

   

Pagina (299/608)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (299/608)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Storia della Letteratura Romana

Cesare Tamagni
Francesco Vallardi Milano, 1874, pagine 590

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Progetto OCR]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   capitolo vi. — quinta età'.
   283
   voglia, coi costumi passati, ma si debba parlare colle parole presenti (1). Cogli Antonini l'arcaismo finisce, e, per non uscire dalla letteratura pagana, ne secoli terzo e quarto gli scrittori della Storia Augusta ci tornano pieni di idiotismi e di provincialismi (2). Se non che dal secondo secolo in qua, la storia del volgare latino meglio che dagli scrittori si raccoglie dalle iscrizioni. Qui si riflette schiettamente la lingua parlata e se ne possono d'età in età seguitare sicuramente i progressi.
   E, per modo d'esempio, noi vediamo qui lo scambio di AE con E, raro ancora, almeno in Roma, nel primo e nel secondo secolo, crescere nel terzo e diventare frequentissimo nel quarto. La qual cosa lignifica che in questi due secoli anche in bocca dei gentiluomini il doppio suono AE da AI era disceso ad un semplice E lungo. Ed i due segni s'avvicendarono per lunga pezza capricciosamente, alterando per via le radici delle parole e confondendone le flessioni, finché il doppio suono scomparve nella scrittura, come ai tempi di Lucilio e di Varrone i contadini romani non lo distinguevano già più nella pronunzia (3).
   Intorno allo stesso tempo s'allarga e prende piede ìa tendenza già antica e non ignota anche al latino letterario di preferire l'È all'I in sillaba chiusa davanti a due o più consonanti, onde s'ebbero per le voci classiche silva, signum, linteum, piscis, vindemia, vindicare, firmare, triginta le volgari scita, segnum, lentio, pescium, vcndemìa, vendicare, fermare, trigenta; le quali finirono nelle parole italiane: selva, segno, lenza, pesce, vendemia, vendicare, fermare, trenta (4). Nel nominativo ed accusativo dei nomi della seconda declinazione (tema 0) 1' 0 riprende a poco a poco il posto che avea ceduto al Y sin dal tempo della guerra di Siria (5). La S e la M finali di questa e della prima declinazione salvate a mala pena dai poeti nel sesto e settimo secolo di lloma, tornano ora a cadere (6),
   (1) Il caso toccò ad un giovane frontoniano ed è narrato da Aulo Gellio (Lib. 1, 10). «• Pha-vorinus philosophus adolescenti veierum verborum cupidissimo, et plerasque voces nimis priscas et, ignotissimas in quotidianis couimunibusque surmonibus expromenti ; Curius, inquit, et Fabrilius et Coruncanius antiquissimi viri nostri, et bis autiquiores Horatii ilii trigemini piane ac dilucido cum suis fabulati sunt, neque Auruncorurn aut Sicauorum aut Pelasgorum, qui primi incoluisse Italiani dicuntar, sed actatis suae verbis loculi sunt. Tu autem, perinde quasi cum inatre Evandri nunc lo-quare, sermone ab hinc mullis annis jam desito uteris, quod scirc atque intelligere neminem vis quae dicas. Nonne homo inepte. ut quod vis abunde consequaris, taceres V Sed antiquitatem tibi piacere ais, quod honesta et bona et sobria et modesta sit. Vive ergo moribus praeteritis, loquere verbis praesentibus. » Nè Aulo Gellio, che era pure di quella scuola, alla giusta censura del filosofo seppe soggiungere una parola di difesa.
   (2) Vedi più sotlo a pag. 289.
   (3) Vedi Corssen Ausspraclie, ecc. Voi. I, pag. 6/4 c seguenti.
   (4) Vedi la stessa opera Voi. II, pag. 220. Qui l'autore adduce anche buon numero di esempiì, ne' quali il latino volgare assume l'È invece dell'I, mentre l'italiano torna all'I del latino classico. Tali esempi sono, per addurue alcuni:
   Latino Classico. Latino Volgare. Italiano.
   Questo fatto prova che la mutazione dell'I in E nelle condizioni sopradette non fu universale e sopratulto non sempre vinse l'ostacolo, che le faceva la stretta parentela fonetica della vocale I colla sibilante S. Per la mutazione dell' I breve accentato in E davanti u consonante semplice, vedi più sotto a pag. 301, ecc.
   (5) Vedi Corssen, Voi. I, pag. 540, Voi. II, pag. 102 e seguenti-
   (6) ld. Ibid, pag. 263 e seguenti, 277 e seguenti.
   principe fiscus dulcissinia sinistra
   prencipc fescu
   dulcessima si nostra
   p :ncipe fisco
   dolcissima sinisira