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Storia della Letteratura Romana

Cesare Tamagni
Francesco Vallardi Milano, 1874, pagine 590

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a cura di Federico Adamoli

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   capitolo vi. = quinta età'.
   279
   carte de' predecessori, Carisio e Diomede. Ruflo Festo Avieno scrisse o tradusse dal greco poemi didattici. Più giustamente rinomate sono le poesie varie di Ausonio, perchè ci fanno una fedele dipintura degli uomini e dei costumi del tempo. Questi furon poeti letterati, imitatori qual più qual meno felici degl antiPii modelli ; mercè la religione sorgeva ora con minor arte, ma con più schietta e profonda inspirazione, un nuovo genere di poesia, gli inni della Chiesa. Tra i più antichi son quelli di Damaso, vescovo di Roma, dove già comincia ad appa Lre la rima.
   Teodosio I, col quale volge al fine il secolo quarto (346-395), fu an; tutto un capitano, e volse i suoi sforzi a difendere l'impero dai barbari (1), il suo regno contro gli usurpatori, ed a diffondere la fede ortodossa, com'era stata sancita nel conci! ) di Nicea, contro 1' arianesimo ed il politeismo, li quale si veniva spegnendo da sè, ed anche nelle lettere scemava ogni giorno più col crescere del cristianesimo. Simmaco ed Ammiano Marcellino sono difatti gli ultimi autori pagani di grido ; e contro di loro stanno la voce e la dottrina di S. Ambrogio, di S. Girolamo, di S. Agostino. Poeta cristiano fu Prudenzio e storici Sulpicio Severo ed Orosio. Altri autori degni di menzione sono i. grammatici Servio e Donato, e Flavio Yegezio che a Teodosio dedicò il suo compendio dell'arte militare.
   Sul fluire del secolo Teodosio divise l'impero tra' suoi due figli, dando ad Arcadio l'oriente, l'occidente ad Onorio, che lo resse poi da Ravenna sotto la tutela del vandalo Stilicone. In quest'ultimo scorcio di secolo l'antica poesia trovò ancora un felice imitatore in Claudio Claudiano, che ne! Ratto di Proserpina ci diede il più bel saggio di quanto valesse nell'arte del verseggiare e del descrivere. Del resto egli è un poeta erudito alla man'era degli alessandrini. Nello stesso tempo a un dipresso Macrobio scriveva i sette libri di Saturnali, Giulio Essuperanzio imitava poco felicemente Sallustio raccontando la prima guerra civile, e Marziano Capella, prima che l'Africa cadesse in mano di Genserico, componeva i nove libri delle sette arti liberali.
   Il secolo quinto, ultimo dell'impero d'occidente e per noi della storia letteraria di Roma, ci porta in piena migrazione di popoli. Una appresso dell'altra le nazioni dell'occidente soccombono all'invasione barbarica, e con esse perisce anche la coltura latina. Sul princinio del secolo le Gallie sono inondate dalle orde di Radagiso; nel 410 Alarico prende e saccheggia Roma, e cinque anni dopo 'Wallia suo successore fonda nel mezzodì della Francia e nella Spagna il Regno de' Visigoti; nel 429 Genserico stabilisce la dominazione dei Vandali in Africa. L'Italia nel 452 è corsa e devastata dagl Unni, e Roma scampa maravigliosamente a quel flagello per cadere tre anni dopo in balìa di Gensei oo. Sul trono d' occidente si succedono intanto principi un più dell'altro deboli ed inetti; finché nell'anno 476 1'erulo Odoacre depone Romolo Augustolo e nelle Gallie si fonda la prima dinastia dei re Franchi con Clodoveo (2).
   I vincitori sono barbari, di cui la religione può solo ed a stento mitigare la ferocia; i vinti un volgo senza nome e senza speranza che sopporta tacendo il giogo de' suoi dominatori. Quindi nell' occidente il numero delle persone che coltivino le lettere e scrinano il latino con purezza e buon gusto si va sempre più diradando; Rutilio Numaziano può ancora descrivere in un bel carme elegiaco il suo ritorno da Roma nelle Gallie, ma le smancerie di Salviano e di Apollinare Sidonio sono già l'ultimo segno di una poesia che si muore. Le lettere son passate quasi interamente nelle mani del clero, che le adopera a propagare la fede ed a difenderla contro le eresie che. già pullulano da ogni parte. D qui una folta schiera di preti e di altri prosatori e poeti cristiani, quali, oltre i nominati, sono: Vincenzo da Lerino, il pontefice Leon Magno, primo autore deila potenza papale, Prospero, lo spagnolo Merobaude, retore e soldato valorosissimo, Mario Vittore, Scdullio, Alcimo Avito vescovo di Vienna ì Francia, e va dicendo. Un altro vescovo francese, Auspicio di Toul, compose versi con ritmo popolare. Nelle Gallie, a quel che si vede, più che nell altre terre del caduto impero, durava qualche amore per le lettere, e nelle
   (1) Teuffel R. L. 881, ecc. ecc.
   (2) ld., ibid., 940, ecc.