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libro i'rimo.
2) Che (.quasi per obbedire al noto precetto oraziano, multa renascentur quae jarn cecidere) rifiorirono molti vocaboli antichi, usati dai comici e non entrati o solo scarsamente nel dominio della lingua letteraria (1).
3) Che applicando largamente il diritto e la norma dell' analogia si coniarono nuovi vocaboli a somiglianza degli antichi, massime di sostantivi verbali in ior, sor, tio. tas, tus, ecc. (2).
4) Che si abusò dei sinonimi e si tolsero così a poco a poco le differenze tra vocaboli affini, di cui si confusero i significati (3).
5) Che di molti vocaboli si estese o si mutò addirittura il senso primitivo (4).
— 9. Lacer Ha tra i prosatori classici forse, un solo esempio in Livio (1. 28 lacerum corpus), nel resto è voce poetica e Ji questa età. — Lcnimmtnm. — 10. Praesagus, Properus, Propexus. — 11. Regimen. — 12. Soitor (= sonitus). —13. Suffugium da Ovidio. — ih Faniloquentia; Vecordia, voce propria di Sallustio e di Tacito.— Virililas dopo Irzio per dire virilia, t« t/.iSolx d/ao-evtxa. Quindi un eviralo si dira da Tacito (Ann. 6.31) adempiete virilitalis, e da Seneca (Prov. 3) exsecloe virilitatis.
(1) È questo un fatto che si ripete in tutte le parli della lingua, vogliamo diro, il ritorno di forme, di voci e di maniere plautine o generalmente volgari nell'età posteriore ad Angusto. Sono i primi sogni della lingua volgare, che dopo il periodo classico lorna a galla per riprendere alla luce dal sole il suo corso stato non fermato, ma nascosto dalla lingua letteraria.
E ne adurremo alcuni esempi, prendendoli ancora dal lessico di Bòtticlier. 1. Alimonia , che dopo i Persiani di Plauto torna in Gellio, in Apulejo, in Prudenzio. 2 Cognomenfum che da Plauto passa in Sallustio e Taciio. 5. Dedccorus dopo le Bacchidi di Plauto torna in Tacito. Ann. 3,52. — Demntcìre dopo Plauto e Catone in Tacilo, Apulejo, Aulo Gallio. — Diti (= die) in diti nocluquc dopo Plauto in Sallustio e Tacito, h. Indere = in pi ere dopo Plauto in Livio, Curzio, Floro e massimamente in Tacito. — Inquies = inquietus usalo tra i classici una volta da Sallustio , più frequentemente in questo e ne' secoli successivi da Vcllejo, da Plinio, da Tacito, da Apulejo. ìi. Merci-monhim nel prologo dell'Anfitrione di Plauto; per msrx torna in Tacito (An. 15. 58 per labernas, quibus id mercmonmn ineral, quo fiamma alilur). 6. Occipere per incipeve dai comici non raramente usalo ricompare in Sisenna, conlinua in Livio, in Sallustio, in Taciio. 7. Puerperium per dir parto, nascila dopo Plauto in Svetonio, Tacito, Plinio ecc. ; per dire i nati, il frullo del parto dopo Var-rone in Taciio, Stazio, Gellio. 8. Script-urei dopo Terenzio in Taciio per scritto, libro, iavero; e quindi ne' santi padri zz-' icoyjrj Scriplura o Script urne, per dire le Sacre, Carte, la Scrittura. 9. Tru-culenlus, dopo i comici in Tacito, Quintiliano, Plinio: ed anche il sostantivo Trucidentia (Ann. 2.54.) si legge in Plauto.
(2) Vedi ancora Botticher pag. LV, ecc. e Draeger, Syntax uncl SUI des Tacitus pag. 5. Dei nomi in tor molti sono nuovi, fatti, come sopra si disse, per analogia; alcuni presi da Plauto e lornat: in uso o dai poeti o dagli storici : corno criminator, osientaior, regnalor ecc. E sì di questi come degli altri alcuni si trovano nel solo Tacito. Bastino ad esempio: detracioi, sanctor, profligaior; inreverenlia, prodigenlia ; aemulalus, adoeclus, relatus.
(5) Cosi, per darne un notissimo esempio, auclor fu confuso con scriptor. E Livio li avea ben distinti, mostrando però a chi volesse come si potessero scambiare, quando nell'ottavo libro (cap. 40) disse: ÌN'ec quisquam illis temporibus aequalis scriptor exslat, quo salis cerio anclore stetur.
(4-) 1. Actor solo in questa età venne a significare procuraior (Sior/.r,? — Addi ictus dallo frasi classiche addiìcere liabenas, adducere lorum passando alla figurata di Seneca adducere vulfum venne a dire accigliato, rigido, severo. Frons adducta in Quintiliano, ed addiicùim et qiìasi virile servitium in Tacito, pressiov et adducf.ior in concionibus in Plinio, sono varietà dello stesso tropo. — Advocatm = patror.us, causidicus (avvocato). —Ampliare nei classici e voce forense, e vuol dire procraslinare ; dopo Orazio ai tempi di Tacito vale aumentare (augerc). Her. Sat. 1. h. 52 .ne quid summa deperdaL... aut amplici ut rem. eTac. Ilist. II. 78. prelature 'cigros— ampliare servitia. 2. Debellare nei classici e condurre a termine, finire la guerra. Dopo Virgilio in Tacito, in Plinio, in Stazio, in Q. Curzio è coll'oggetto accusativo vincere. Si confronti Livio 7. 23. Prima ade debellatimi est. Vii'g. En G. 885. Parcere subjectis et debellare super bos. Tacito. Agric. 51. u sunl, qms pro-ximo amio uìiam legionem furto noc-lis adgressos debellastis.— 5. Fabula viene a dire conversazione come confabulano; c sull'esempio dei poeti classici e di Livio anche voce, rumore {rumor). — 4. Gnarns da Tacito è preso in senso passivo più volle : i gnarus già da Virgilio, da Ov'd-'o, da Sallustio e da Seneca.