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Storia della Letteratura Romana

Cesare Tamagni
Francesco Vallardi Milano, 1874, pagine 590

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a cura di Federico Adamoli

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   capitolo vI. — quINTa età'.
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   per richiamare ìe scuole latine ai sani principii, la forza delle cose fu più potente del suo buon volere e della sua dottrina, e in quel suo scrivere breve, spezzato e qualche volta oscuro diede pure alcun segno di aver ceduto egli stesso alla eloquenza del secolo. Tacito nello scritto della sua giovinezza tenne il mezzo fra le due scuole, e quantunque riconoscesse ed insegnasse la necessità che il dire com'ogni altra cosa si muti coi tempi, fu ancora più vicino a Cicerone che a Seneca. Mai quindici anni del regno di Domiziano gli mutarono ameno e favella, e per scrivere gli annali dei Cesai, prese dalla nuova scuola la brevità, la var ità, il colorito poetico, che sono i tratti caratteristici del suo stile, ricusandone le smancerie, le false arguzie e gli altri vizii che Quintiliano deplorava.
   Se, dopo quanto fu detto, vogliamo ora raccogliere in breve le note più cospicue deila lingua, e dello stile di questo secolo, troveremo, cominciando dalle parole, i fatti seguenti :
   1) Che si fece un uso più frequente di voci rare negli scrittori dell'età classica, ed un uso frequentissimo di voci poetiche (1).
   (1) Vedasi Botlieher, Lexicon Tacitewn, pag. XLII-XLVI. Esempli di voci rare nella prosa classica o proprie di pochi scrittori, come Livio, Sallustio, od anche de1 soli poeti sono tra le moltissime :
   I. Verbi e participii : — 1. Adolere per ardere, abbruciare sugli altari. Virg. Eglog. 8.65. Ver-benasque adole pingues et mascula thura. Tacito Ilist. 5. 2. Igne puro altaria adolentur. — 2. Antevenire che tanto nel senso proprio venir prima come nel figurato di andare o stare innanzi Tacito prese da Sallustio e questi da Flauto. — 5. Connectere, per conjungere, adjungere, implicare, nel senso figuralo di un intimo congiungimento, onde in Tacito connexus — adfinilate conj'inchis.
   — 4. Defcnsare, Defigere, Deflagrare, Demereri; Differre nel senso di divulgare o diffamare. — De-solatus, derelitto. — 5. Exonerare, Exstimidare, Exuberare. — 3. Fatiscere nel senso di fatigari, sedari, otiosum, consilii inepem esse. — 7. Inausns, Incestare; Indiscretus che in Virgilio vuol dire di uno che non si può discernere (2n. '10,592) sìmillima proles, Indiscreta, suis, qratusque parentibus error, in Tacito e Quintiliano vale indivisibile, inseparabile; Inlemeratus, Intentatus, Intumescere•
   — 8. Lapsare. —9. Mancipare = vendere-, Meare, Mersare. — iO Noscitare. —11. Obderc; Oblit-terare, che occorre alcuna volta in Cicerone, più spesso in Livio e dopo negli scrittori di questo secolo. (Tacito Ann, XI,14. Claudius tres litteras adjecit, quae usui imperante eo, post oblitieratae.) — 12. Praedicere i significare dietro esempi di Cicerone e di Livio : elicere, constituere , edicere,
   jubere, dietro Vellejo anche supra memorare. — Promere =proferre, proioqui, adoperato specialmente sull'esempio di Orazio, da Vellejo e da Tacito. — 15. Renidere dietro i poeti Livio e Tacito — Re,ri che Quintiliano chiama verbum horridum, e in tutta la latinità usato dopo Plauto principalmente da Ovidio, Livio e Tacito.—Resultare,, per eccheggiare. — Resurgere. — ih. Sinuure. — 15. Tannare. Triumphare aliquem (£-piocy.(3evsi-j riva) quindi passivo: Horat. Carm. 5. 5.45. Triumphalis possit Roma ferox dare jura Medis; e Tacito Gcrm. 27 proxiinis temporibus triumphati magis quanti vieti sunt — 16. Undare ; urgere nel senso di ingruere. Livio 5. 22. Fato tum denique urgente. Tacito Germ. 55. urgentibus imperli fatis. — 17. Visere, voce usitatissima da Terenzio, Livio e Tacito.
   II. Komi ed aggettivi: — 1. Jequitas a significare noncuranza, indifferenza, dietro l'esempio già dato da Cicerone (Pis. 12) : « quo in spectaculo mira populi E. aequitas erat », Tacit. Ann. do. 55 exntus omnibus fortunis et in exsilium actus, aequitate deiun erga bona malaque documenta. — Annus per dire annona, il provento dell'anno. — 2. Cura a significare libro, discorso, scrittura (noi lavoro) sull'esempio di Ovidio e di Properzio usò Tacito più volte (Ann 4. 11 quorum in manus cura nostra venerit). — Crudus =recens, viridis; cruda senecfus e cmdescere. — 5.Exspes. Dopo Azzio, Orazio ed Ovidio Tacilo Aim. 5. 24. ubi exspes vitas fuit. —4. Fidus di cose inanimate a mo'dei poeti. Virg. En. II„ 25. statio male fida carinis. Tacilo Annali III. >L Urundusium fulissimmn adpulsu. — 5. Finis preso assolutamente per morte. Ilor. Carm. I. 11 ,2. Tu ne quaesieris, quem mihi, quem tibi Fiumi di dederint. Veli. Pat. 2. 12. 25. Ssptem a Neronis fine menscs sunt, e così Tacito. Ann. 1. 51. Audito fine Augusti (la fine). — 6. Grandaevus. — 7. Juventa e Senecta usate già da Livio per juven'us, seneclus. Juventus in Tacito vuoi dire i giovani, juventa l'età gio-vemle. — 8. Impervius dopo Ovidio, — Inccissus, che non manca di esempi in Cicerone e Sallustio
   — Indi gas — Insons con esempii in Livio e Sallustio — Insociabilis — Inviai abitis (da Lucrezio).
   Tamagni. Letteratura Romana. 54