capitolo y. — quarta età'.
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dell'uomo severo è breve, e la brevità porta con sè la rapidità e la concisione. Che se per giunta egli sia altamente commosso, la parola gli esce allora vibrata, varia, e vestita di que' colori che la passione cerca per lo più nel linguaggio poetico. Ed a quest'uopo era per avventura più confacente la sentenziosa brevità ed il forte colorire di Sallustio, il quale ebbe pure da raccontare tristi fatti, e son per dire l'origine istessa di quei mali che oggi si soffrivano.
In secondo luogo insieme colla forma di governo s'erano mutati anche gli autori de' più grandi avvenimenti; e le cagioni di molti fatti, che prima uscivan chiare dalle discussioni del senato, dalle concioni popolari, dai successi delle battaglie, dall'ambizione, dall'ingegno o dalla fortuna dei capi, ed assai volte dal mobile talento delle moltitudini, oggi che la volontà di un solo reggeva ogni cosa, erano per lo più da cercarsi nei penetrali della reggia, investigando curiosamente i costumi, gli atti, i pensieri del prncipe e di quanti aveva d'intorno a sè amici o nemici. Insognava discendere nelle profondità del cuore umano per scoprirvi i veri motivi di tante colpe e vituperi, e sopratutto di quelle ingiustizie e contraddizioni, che gli uomini sogliono attribuire alla fortuna, e sono invece opera di loro stessi. E per conseguenza erano ben diversi anche i partiti che lo storico poteva adesso suggerire a chi per sorte fosse avido di gloria o di potenza, diversi gli ammaestramenti che doveva per tutti ricavare dalla considerazione de' casi presenti e dal pronostico de' futuri. Il racconto de' piccioli fatti, e quella che noi diciamo cronaca quotidiana prendeva una parte tutta nuova e rilevantissima nella storia, la quale era dal suo ufficio costretta a penetrare pur nel santuario domestico, stato fin qui inviolabile, ed a svelarne agli occhi del publico i segreti. E così doveva fare perchè, come disse Tacito qui sopra, da minane cagioni erano spesse volte proceduti grandissimi rivolgimenti.
L'ultima differenza toccata da Tacito riguarda la libertà dello scrittore, il quale non poteva più come per lo passato giudicare a sua posta dei fatti e delle persone, e distribuire sicuramente a chi bene gli paresse il biasimo e la lode. E questa libertà, senza cu non è quasi possibile imaginare una storia veritiera, era menomata in Roma dal timore, che i viventi s'offendessero del biasimo dato agli estinti, e che le lodi do* buoni paressero £ maivagii una indiretta censura delle loro colpe.
I cattivi costumi quasi più della tirannide spedivano allo storico che dicesse la verità, od almeno lo costringevano a velarla tanto, che non paresse ferir nessuno di coloro, i quali potessero chiedere o pigliars: vendetta dell'oltraggio. E questo in una città corrotta accade sempre, che chi loda la virtù e vitupera i vizii abbia contro di sè tutti coloro, i quali dalle sue parole temano danno nel presente, od infamia per l'avvenire. Tanto è vero che senza virtù l*a libertà non è possibile, nè per morire le è necessario che la soffochi un tiranno, ma nella tabe del vizio da sè medesima si consuma. Già un secolo innanzi, Sallustio s'era accorto che, censurando i delitt' lo storico poteva esser tacciato d'invidia o di malevolenza ; il pericolo era naturalmente cresciuto col crescere de'colpevoli, e faceva atto di vero coraggio lo scrittore che sulle malvagità de'suoi contemporanei chiamasse, narrandole, il severo giudizio dei posteri.
Un' altra differenza, che non poteva essere avvertita da Tacito, quantunque si connetta intimamente colle premesse, concerne non più la libertà, ma la scienza e la mparziaìità degli scrittori. Perocché altra cosa sia non potere per estrinseci impedimenti dir tutta la verità, ed altra non saperla per error di niente o di volontà discernere e manifestare.
Or bene la stor'.a repubncana si era svolta n modo così logico e naturale, e i principii, che vi si combattevano, r nasero fin all'ultimo tanto chiari e distinti, che lo storico non poteva dilungarsi molto dalla verità, sia che indagasse l'indole e la cagione dei fatti o giudicasse il merito delle persone. Le massime di governo erano semplici, come chiari erano i motiv e manifeste le conseguenze sì delle lotte intestine, sì deUe guerre coi nemici esterni della republica. Ogni partito sapeva chiaramente