capitolo iv. — terza età1.
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siderio era stato sentito dal principe, il quale s'era accorto clie lavorava indarno ad emendare l'Italia colle leggi, se non gii venisse fatto anche d'adornarla cogli antichi costumi lii qui si capisce facilmente perche .Mecenate eccitasse Virgilio a scrivere le Georgiche, e perchè il poeta assecondasse così prontamente il desiderio del potente amico.
......Dryadum sylvas saltusque sequamur
Intactos, tua, Maecenas, haud molila jussa (1).
Nè altri più di Virgilio meritava di trattare un soggetto che poteva dirsi nuovo, se non nella letteratura, certo nella poesia romana, perchè quantunque molti ne avessero scritto, nessuno aveva ancora pensato di stendere in versi l'arte di coltivar le campagne, d'allevare li bestiame, di educare l'api, ed era certamente diffìcile perchè bisognava vincere cogh aiuti d'un' arte non comune una materia arida ed uniforme; perocché a lui le muse de'campi aveano in particolar modo concesso il dono della morbidezza e della grazia elegante (2), e scrivendo i libri georgici, egli seguitava naturalmente quella medesima vocazione, che da giovine gli aveva fatto cantare la gioconda vita de' pastori. Così aiutato dall'ingegno e dall'arte compose l'opera più perfetta di tutta la letteratura romana : modello di levigatezza, di precisione, di chiarezza e splendor di stile impareggiabile.
A un altro bisogno della Roma d'Augusto, ch'era quello di tornar col pensiero ai passati tempi, di conoscere e ricordare le sue più lontane e favolose origini rispondono i Fasti di Ovidio, poema metà epico e metà didattico, come quello che racconta, ma solo col proposito di istruire. Già un pensiero consimile era venuto a Properzio, quando scrìsse:
Sacra diesque canam et cognomina prisca locorum: Ilas meus ad metas sudet oportet equus (3) ;
e 1' esegui in parte colle prime elegie del libro quinto. Dopo di lui la stessa cosa aveva tentato Sabbio, ma dalla morte fu impedito di condurla a termine:
.....Imperfectumque dierum
Deseruit celeri morte SabiniE opus (4).
Nè lo stesso Ovidio potè condurre il suo poema oltre il sesto mese dell' anno, perchè 1' opera gli fu rotta a mezzo dall' esiglio.
Ma se quella poesia didattica, che chiamammo scientifica, può a taluni parere una mera opera d' arte, un genere adatto, più che ad altro, a cimentare l'ingegno e la fantasia de'poeti in piacevoli descrizioni; perocché, a tacer de'minori componimenti , non era da aspettarsi che giovasse gran fatto all' agricoltura neppure il poema di Virgilio, come quello che per la sua stessa perfezione era troppo discosto dalla comune intelligenza: più pratica, ed a chi la volesse -ntendere, più feconda di utili ammaestramenti fu la didattica morale e letteraria. Di qui li alto valore delle epistole di Orazio., che sono isoli componimenti di questo genere, e basterebbero da soli, se altri titoli egli non avesse, acciocché noi gli concedessimo il vanto, che dai pusilli e dagl invidi gli vìen negato, di poeta originale Onde Roma ebbe per cagion sua la lode, che manca alla Grecia, d'aver dato in luce quel solo genere di
(1) Vedi sopra alla nota 11.
(2) Ilorat. Sat. 1 X. hK
.........molle atque facetum
Virgilio annueruut gaudente» ruro. Gamcnae.
(3) Prop. Eleg. IV. 1. 69.
(K) Ovid. Ex Ponto. IV. XVI. lt>;
Tamagni. .Letteratura B.onxam 25