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Storia della Letteratura Romana

Cesare Tamagni
Francesco Vallardi Milano, 1874, pagine 590

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a cura di Federico Adamoli

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   capitolo iv. — terza età1.
   191
   Ond' è che le satire, come l'altre sue poesie, piaceranno sempre più e saran più utili agli uomini d'età matura che non ai giovanetti; agli intelletti vigorosi ma cairn, e ponderati, piuttosto che ai cuori ardenti od alle fantasie scompigliate. Egli è, come già dissi, il poeta del huon senso, di quel buon senso, che nella \ìta non vien mai fuori di tempo per salvarci da qualche eccesso, sia nel bene, sia nel male. Ed è desso appunto che fa d'Orazio il poeta più altamente e più squ imamente romano dell' età sua, e il satirico per eccellenza di tutti i tempi e di tutte le nazioni.
   Diverse dalle satire, perciò solo che composte n età più avanzata rivelano una mente più calma ed una mano più morbida e sicura, e piuttosto che i costumi del tempo descrivono la vita e l'animo del poeta, sono le epistole; in grazia delle qual; egli prende insieme con Virgilio il primo posto tra i poeti didattici. I quali poeti, come era da aspettarsi, furono in questa età anche più numerosi che nella precedente, e dall'astronomia alla toilette delle matrone, dall'arte de'vasaj al gioco dei dadi o della palla cantarono di ogni cosa che potesse fornir materia di descriz one o di precetti.
   Sioii aliis scriptae, quibus alea luditur, artes ....
   Eoe est ad nosiros non leve erimen avos .... Quid valeant tali, quo possis plurima jactu
   Fingere, damìiosos cffngiasquc- canes\ Tessera quos hobeat numeros, distante voeato
   Mittere quo deeeat, quo dare missa modo: Discolor ut recto grassetur limile milcs
   Quum medius gemino calculus lioste perii; Ut mage velie sequi sciai et revocare priorem,
   Kec tulo fugiens incomitatus cai. Parva sedet ternis instructa tabella lapillis,
   In qua vicisse est continuasse suos: Quiquc alti lusus . . . ncque enim nunc persequar omnes . . .
   Perdere, rem cciram, tempora nostra solent Ecce canit format; alius jactusque pilarum :
   ITic artem nandi praecipit, ille trociii. Composita est aliis fucandi cura coloris :
   Eie epulis leges hospiiioque dedit. Alter humum, de qua fmgantur poetila, monstrat Quaeque, docet, liquido testa sit apta mero (1).
   Onde abbiamo quasi tante specie di poemi didat' ci quante sono le discipline, l'arti e le ndustne umane, tra cui non era ultima, per la giove ntù oziosa ed elegante di quel tempo, l'arte di far all'amore; la descrizione della quale costò all'autore d questi facili vers otto anni di duro esigho, e la morte in terra straniera. Ma lasciando in disparte queste minori composizioni scritte per fuggir mattana, per dare sfogo ad affetti sovrabbondanti, o per far prova di abilità trattando argomenti altrettanto futili quanto difficili a dire in versi: perocctiè esse ci attestano più che altro l'ozio e la vanità degL scrittori, e quanto estesa fosse la manìa di versificare, che aveva occupato quasi ogni atto ed ogni momento della vita ; noi possiamo ancora distinguere comodamente tre specie di poesia didattica : una che potremmo dire scientifica, l'altra morale, la terza letteraria. Alla prima Appartengono, per nominar solo le opere maggiori, in un colle Georgiche di Virgilio i poemi di Emilio Macro intorno alla generazione degli augelli, ai veleni delle Aere e delle erbe, i libri astronomici di Manilio ed i Fasti di Ovidio: alla seconda le prime, ed alla terza le ultime epistole di Orazio
   (1) Ovid. Trist Lib II. 471-90