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libro i'rimo.
clie fugge, o in una fangosa scrofa che corre precipitosamente (1), era per sè solo un tema vastissimo, vuoi di piacevoli descrizioni, vuoi di motteggi, vuoi d'ogni altro genere d'argute invenzioni.
Pertanto anche fuori della satira leggiera e sfavillante, le opinioni, ì sentimenti , i costumi della società romana aprivano allo scrittore un largo campo di gravi e dolorose meditazioni, e gli davan modo di mescolare, quando il volesse e sapesse, il serio col ridicolo, così che la sua parola ferisse e curasse insieme, fosse acerba puntura e salutevole ammaestramento.
Come all'entrare del settimo secolo, ai primi segni che le aspre virtù latine fos sero per cedere il passo ai dolci vizii venuti insieme colle arti e colle ricchezze dalla Grecia e dall'Asia, Lucilio menò in tondo la sferza a percuotere, qualunque ossi fossero i colpevoli, e li nominava, per atterrire coll'esempio gli altri dall'imitarli ; come negli ultimi anni della republica M. Ter Varrone congiungendo il precetto collo scherno, e spargendo le disputazioni filosofiche di frizzi mordaci, s'era provato di far testa all'ultima rovina di ogni buon ordine antico : così dopo che quella grande rivoluzione fu consumata, e che i padri già peggiori degli avi ebbero prodotto una generazione anche di loro più trista, Orazio che era più collo di Lucilio, più spiritoso di Varrone, e per altezza d'ingegno, splendore di buonsenso e cognizione del cuore umano lungamente superiore ad entrambi ; egli che di quella rivoluzione aveva più che altri mai scrutate le cause e pesate per propria esperienza le conseguenze, vide a quanta parte di que' vizii sì potesse compatire, quali invece si dovessero con mano severa castigare; e lontano ugualmente dagli inutili desideriì come dalle fallaci speranze, propose a'suoi concittadini col precetto e coll'esempio il modello di quelle sole virtù che gli parevano ancora possibili dopo tanti disinganni, tanti delitti e tanta distruzione d'uomini e di cose. Quindi egli non torna col pensiero al passato, nè cerca di fare vana resistenza al presente ; segue l'onda che mollemente lo trasporta, ed aprendo le vele ai venti che gli pajono migliori, si studia di trarre la nave sua e di tutti al lido più vicino e più sicuro. Il quale era per lui, come per tutti i più ciliari ingegni di questo secolo, un tenore di vita moderato e tranquillo, contento dei doni della fortuna quali ess' fossero, non ambizioso, non avaro, e che non sè alle cose, ma le cose sottomettesse all'impero d'una ragione gioconda insieme e prudente.
Pertanto nè l'asprezza republìcana di Lucilio, nè l'acerbità filosofica e tal fiata pedantesca di Varrone s'addicevano alla satira d'Orazio, il quale per adattarsi ai tempi, di cui voleva essere giusto giudice ed interprete fedele, doveva cercare i) suo tipo morale non nella ruvida semplicità dei Cincinnati, de Curii, dei Fabrizii e neanche nella impossibile perfezione della setta stoica, ma d'intorno a sè. tra quegli uomini a cui lo congiungevano somiglianza di carattere e di costumi, ed insieme coi quali combattendo e sofferendo aveva imparato ciò che a ciascuna persona, a ciascuna età, a ciascuno stato di fortuna si convenga per vivere sani, onorati e felici. E quello era, per usare una espressione moderna, il tipo del vero gentiluomo, dell'uomo colto, intelligente, ammodo, che conosce quanto deve alla società ed a sè medesimo, che rispetta in tutto le leggi della convenienza e del decoro, e sa tenersi lontano da tutte quelle stravaganza così nel bene come nel male, che fanno l'uomo nocivo a sè, ridicolo agli altri.
Perocché se v'erano stati in Roma tempi ne' quali l'eccesso della virtù paresse, non che lodevole, necessario a trarre la patria dai pericoli che la minacciavano,, e bisognassero, ad accrescere e consolidare colla libertà gli ordini e la potenza della republica , esempi d' azioni valorose e magnanime : ora che le cagioni di quelle lotte erano cessate, perchè la forte mano di un solo, contenendo le nemiche passioni, tutelava contro ogni sorta di nhnaccie la publica pace (2), ed alla guerra era sot-
ti) Hoiat. Ep. II. % 70-8. (3) Tacit. Ann. I. 5.