Stai consultando: 'Storia della Letteratura Romana ', Cesare Tamagni

   

Pagina (139/608)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (139/608)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Storia della Letteratura Romana

Cesare Tamagni
Francesco Vallardi Milano, 1874, pagine 590

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Progetto OCR]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   capitolo iii. seconda età'. 123
   che da giovine aveva scritto in greco la storia delia guerra marsica. Nominerò tra gli oratori dopo Quinto Metello, Tito Albuzio (l'epicureo che fu mira co; tante agli strai di Lucilio), C. Galba, C. Fimbria, il giureconsulto Q. Scevòla, L. Marcio Filippo, C. Aurelio Cotta e P. Sulpicio Rufo, M. Antonio e L. Licinio Crasso, i quali al 3 lodi avui dai contemporanei poterono aggiungere la fortuna che Cicerone li sceglile ad esseri 1 principali interlocutori del suo maggior dialogo intorno all'elo-qi jjLza. Dove voile che l'uno raffigurasse e difendesse in special m do quella efficacia oel dire che viene dalia natura e s'accresce colla reità cognizione della causa e c Ila esperienza, mentre nell'altro descrìveva colle doti di un oratore non v a-nr ^ igegnoso e facondo, ma fornito d'ogni arte e d'ogni dottrina, tut » è
   Li scienza delle leggi ebbe uno splendido cultore nel pontefice Quinto Scevola (2) uomo colto e liberale, quant' era rigido e sapiente osservatore del diritto, ; ' , lale dedico tutta la sua vita prima come avvocato, poi come giureconsulto, .aaest 0 e scritto Fu desso il primo che intraprendesse una trattazione sistematica de ila giunspruaenza, onde, oltre gl scritti, lasciò dopo di sè un numeroso seguito li s 0-i de qual1 1 Più rinomati furono Lucilio Balbo, ed Aquilio Gallo. Degni di e sere co- mentovati sono i giureconsulti Sesto Pompeo, Aculeone, e Quinto Coi elio Massimo.
   Dopo la storia, l'eloquenza e la scienza delie leggi vediamo coltivata con sempre inagc 01 studio e f. -vore in queste secolo anche la filosofia; della quale se ssuno ancori s< ive, molti son già però quelli che ne cavano sia de'pr.ee ti .er la vita, sia degl; utili ammaestramenti per altre discipline. Ed in ispeca 7. ,d0 5e ne gi( mno gli oratori ed i giurisperiti; piacendo a questi per l'altera e severità dei suoi principi! 1 scuota stoica, e quelli trovando più comoda ai loro fini li .sofia di Platone e di Aristotile, ai seguaci del Portico uscì pure in questo voi r ni quel L. Eli St one, che fu il primo 3 per lunga pezza il m ggiore fi fogo che Roma potesse contrapporre alla Grecia (3).
   Coi progressi dell'istruzione e coi nuovi bisogni dell'eloquenza, la retorica di-yen 3 alla sua volta un ramo importante di letteratura, parendo opportuno eh ì insegnamenti de'maestri gr dintorno all'arte del din fossero di ntem< ite es -minati, discussi e po esposti con ordine e precisione da chi sapesse adattarli ad -do ; pò* lare eu alle particolari convenienze del foro romano. E questo ser ìg I fu con molt' arte e molta dottrina reso ai Romani di questi giorni d IV ignoto àuto »
   (1) È cei unente da credere elle il ritratto che si fa di Crasso nel Dialogo De Oratore sia assai lontano dJ ve- avende per bocc di esso Cicerone voluto significare quell'ideale dell'Ora'
   era dia si mente, M ai quale eg credeva essersi più d'ogni altro accc ;ato. Crasso espri e, c e
   abb.am visto nel § 11, le idee di Cicero e sull'eloquenza, le quali non potevano ancora fcere t nt<
   larghe ed ..Mate a quel tempo; perocché a Cicerone solo era dato ree rie a tanta altezza. Possi
   quinu. lem re eie non vi foss. fra lui ed Antonio quella sì grande differenza di vedute, c
   ci v< .e ingere, sol perchè gli tornav a comoda alla dimostrazione della sua tesi. Ar mio e Grasso
   s a unque nel d logo due lersone ideali, e questi fors' anche più di quello. Più ine al vero
   sono invece le lodi che il medesimo Cicerone gli dà nel Bruto (143), e b stano a per la 1 -
   g.one de tempi, n eh arissimo 0 itore «erat summa gravitai, erat cum gravitate junc : faM -
   rum et urbamtaMs... lepns; latine loquendi accurata et sine molestia diligens elegantia; i i m 0
   W< sip icatio; cum dejicre civili, cum de aequo et bono disputaretur argumentor m >,t simi ciiìiui/ì coptct »,
   (2) Quinto Muzio Scevola figlio di Publio che nominammo tra i GC. a pag. 121 e nipote di Quinto
   Muzio Savoia detto l'auge, di cui si parla a p3g. 122 Da L. Crasso n rjt 0fC S , 39. 180 ,
   detto: homo omnium e isciplina uris cmlis eruditissimus et ingenio prudenticqu acutisskvus st oratione maxime limatus.... juris periiorum eloquenlissimus, loquentium ju, periti
   (5) er altri grammatici e n .estri clic in questo «ecolo 0 sorsero in Roma, 0 [al [
   vennero ad aprirvi scuola, rimando il lettore a qua ,0 già fu detto nel § i