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LIBRO I'RIMO.
mente i genitivi icQ gli accusativi yiv, ea ed i genitivi plurali wv passarono più tardi anclie nella prosa.
Da questo cenno storico è facile raccogliere la regola per V applicazione dell'accento latino alle voci greche, od altrimenti forestiere; e dessa fu già stabilita da Servio là dove commentando l'Eneide scrisse: « Qraeca nomina, si iisdem literis proferantur, Oraecos accentus liabebunt»; che vai come dire, le parole greche latinizzate dovevano prendere e presero l'accento latino. Pochi esempi bastano a mostrarne la differenza:
IloXu^euxyjs, e Pòllux rpxixol Oraéci
Il p'j.vlr,q Hércules itoQQvpa pvrpura.
E lo stesso valse de'nomi punici, Ilànnibal, Hàsdrubal, Adhérbal, Maliàrbal, Carthàgo, che nella loro lingua avevano l'accento sull'ultima.
Quando dopo Augusto prevalse f uso di conservare ai nomi greci la propria flessione, essi ripresero mano mano il proprio accento, e ne abbiamo la testimonianza in quello che ne dice Quintiliano, che Atreus, lui giovanissimo, proferivasi pro-parossitono (Atreus) alla latina da uomini attempati e dottissimi ; il che significa che dappoi si proferì, od almeno si scrisse perispomcno (Atrem) alla greca. E coli'accento greco si pronunziarono anche quelle parole latine alle quali si appiccicavano suffissi greci, quali erano: Memmiàdes, Scipiàdes. Devo però notare per ultimo, che questa distinzione tra 1' accento greco e latino (nelle parole di origine greca) era tutta dell'uso dei dotti, col quale la favella popolare nulla ebbe mai di comune, e seguitò a trattare ogni vocabolo, da qualunque parte venisse, col suo schietto accento romano. Anche su questo terreno, e su questo massimamente, la separazione tra le due lingue durò inflessibile.
e) L'accento grave.
Daj Greci quest'accento era anche detto a^sipii^, allentato, contrario all'irrirsTa-teso, che è l'accento acuto. Come ognun vede, tali denominazioni son tolte dalle corde della lira. Il suo nome più comune però ò accento grave od anche sillabico, poiché vale solo per quelle sillabe dove posa, diversamente dell'accento tonico, fondamentale, che regge tutta quanta la parola. Hanno questo accento in latiao le sillabe finali, e tutte quell'altre sillabe che precedono o succedono alla Sillaba che porta l'accento fondamentale (sia acuto, o circonflesso).
t) L'accento medio.
Come in greco, così anche in latino si udiva, oltre l'accento tonico, un accento che potremmo chiamar medio, in due casi particolari: 1.° Nelle parole composte. 2.° Nelle parole che avessero accolto un suffisso derivativo. Quando per eflètto di! queste due mutazioni, l'accento tonico era costretto a discendere verso la fine della parola, la sillaba che veniva spogliata del proprio accento prendeva quello che abbiamo chiamato accento medio. Onde a mo' d'esempio, nelle parole composte
miserì-còrdia, le voci ròv, e miser spogliate del proprio accento per la composizione, hanno preso l'accento medio, come nelle parole allungate per suffisso,
Aaspna^, longitùdo portano l'accento medio al posto del tonico, che hanno perduto, le voci : Azepr/iMlóngiiS: Che se per avventura una parola avente già quest'accento