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LIBRO I'RIMO.
Dionigi ('V, 28) ci narra di Scevola, che bambino imparò quella lingua da una sua zia Etrusca.
Dopo gli Etruschi noi troviamo l'Italia di mezzo abitata da altri due popoli, o per dir meglio, da due rami di un medesimo popolo, che possiamo ben chiamare il popolo italico, perchè esso solo è l'autore vero della storia italiana. Questo popolo che sono gli avi nostri, si divideva dunque in due rami; i Latini da un canto, gli Umbri e gli Osci colle loro minori propaggini dall' altro (1). La linguistica sa ora che gli idiomi di questi popoli, in una età molto da noi remota, formavano una sola favella, quella che disopra chiamai lingua prisco-italica. Confrontati fra di loro questi
(1) La descrizione e la distribuzione geografica delle primitive popolazioni italiche è oggi ancora una delle parti più difficili della nostra storia, l'ero la più chiara e probabile mi parve questa, che tolgo dal primo volume della Storia Romana di Peter, e pongo qui in nota ad illustrazione e compimento delle notizie già date nel testo.
Nella valle del Po troviamo ne'più antichi tempi, come già fu detto i Tusci od Eiruschi, o Tirreni ; d'accanto ad essi gli Umbri od Ombrici. Dal sesto secolo avanti Cristo, la valle viene via via occupata dai Celti, che in diverse spedizioni, e con diversi nomi (Insubri, Cenoinani, Boi, Senoni), dal settentrione superano le Alpi e si stendono anche lungo le coste oricnfali fino all'Esino. Nella rimanente alta Italia, nell'Apennino stesso e. sue pendici fino al mare abitano i Liguri. Liguri e Celti stanno a gran distanza dagli altri italici sì per i costumi, sì per le origini. Quindi l'alta Italia era separata così etnograficamente come geografi cernente dal resto della penisola. Passando nell'Italia di mezzo ci incontriamo negli Umbri, i quali abitavano la cosla orientale dell'Apennino fino al Gargano, ed anche ad occidente possedevano tutio o quasi il territorio fino al Tevere. Essi furono però cacciati a poco a poco dalla maggior parte di questi paesi, e quando ebbero a che fare coi Romani, non possedevano più che uno stretto territorio sulla sinistra riva del Tevere, tra il fiume c la montagna. Di là nella costa orientale erano ancora padroni di Gubbio, di Camerino, di Spoleto e di Narni. Tutto il rimanente fu loro tolto all' oriente dai Galli Senoni, e da popoli sabelliei, ad occidente dagli Etruschi, che fino al Tevere diedero il nome al paese. Quando vennero a contatto coi Romani, gli Umbri erano dunque già decaduti, e però poche sconfitte bastarono a sot'.omelterli. A mezzodì degli Etruschi che vennero nella signoria de' Romani insieme cogli Umbri, erano i Sabini ed i Sabelli. Essi occupavano l'altipiano settentrionale degli Abruzzi, e quella striscia di terra che dalle sorgenti dcll'Aterno si stende a Rieti e fin presso a Roma. La tradizione racconta che essi abitavano prima la valle dell'Atomo, dove Amiterno era la loro capitale; che poi furono spinti nella valle di Rieti, donde alla loro volta cacciarono gli Aborigini, e vennero assai presto a lotta coi Romani. Impediti da questi di espandersi ad occidente, si volsero a levante ed a mezzogiorno. E ne nacquero popoli di nomi diversi, ma luti compresi nella generale denominazione di Sabelli. Queste emigrazioni sono poi da attribuire in gran parte al ver sacrum, e i popoli per esse formati sono: i Piceni, i Marrucini, i Peligni, i Marsi, che chiudono in semicerchio la Sabinia: ad occidente gli Hernici (= montanari) sono forse Sabelli anche loro. Dagli Abruzzi al monte Irpino si stendono i Sanniti, divisi in Frentani a mattina, Hirpini a sera, e furono un popoli» bellicosissimo, la dominazione del quale si protese per alcun tempo fino nella Campania, nella Lucania, nell' Abruzzo e ncll' Apulia settentrionale. Sparsi tra i Sabin abitano qua e là gl Equi, i Voisci, gli Aurunci (Ausonii): quelli a settentrione del Teverone, i Volaci nelle paludi pontine ed a mezzo il corso del Garigliano, gli Aurunci nei monti tra il Gaiigliano ed 1 Volturno. Queste reliquie di popoli appartenevano alla gente osca, la quale pare che fosse in una età più antica, come dopo i Sabini, sparsa sulla maggior parte della media e bassa Italia. E questa gente avrebbe, secondo una tradizione, cacciati i Siculi, clic varcato lo stretto diedero il nome alla Sicilia. In quelle regioni clic non furono occupate dai Sabini o dai Sabelli, noi troviamo: 1° gli Apuli che forse erano Osci. 2° I Messapii, e 5° i Latini, i quali erano stanziati tra l'Apennino, il Garigliano ed l, mare, confusi già nell' età storica cogli Aborigini, che espulsi da Rieti dai Sabini, erano venuti a porre dimora nella vicina valle del Tevere.
Dalle genti passando alle favelle, Peter dislingue nel proprio ceppo italico le seguenti attinenze : 1° Il Sabino tra l'Osco e l'Umbro. 2° L'Osco più dell'Umbro affine al Latino. 5'Il Volsco più vicino all'Umbro; e termina esprimendo l'opinione clic i Sabini, gli Osci, e forse i Latini stess. siano, genti a favelle, tulli rami diversi del (ronco Umbrico.