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Storia della Letteratura Romana

Cesare Tamagni
Francesco Vallardi Milano, 1874, pagine 590

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a cura di Federico Adamoli

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   LIBRO I'RIMO.
   fa da taluni, segua appuntino l'ordine degli anni ne' quali si succedettero, ovvero preferisca di raggrupparli intorno a que' generi ai quali appartengono per ragione di tutti o di alcuni de'loro scritti. L'altra, più elle i singoli scrittori, considera l'insieme della letteratura, di cui ricerca le origini, segue i progressi, esamina il carattere, nota le manifestazioni e gli effetti irj ogni ordine di pubblica coltura. Essa tratta la letteratura romana come un momento della storia generale dell'arte, coi principii e colle sorti comuni della quale la viene continuamente paragonando, mentre non dimentica Mi spiegarne le note e le vicende caratteristìclie colla ragione de' tempi, dell' indole, e delle proprie condizioni del popolo romano. In questa storia, dice bene Wolf, non si vuol sapere chi abbia scritto il tale o tal altro libro, ma come le lettere siano venute formandosi e progredendo. Non è la storia de' libri, ma di ciò che ne'libri è contenuto. Quindi entra 111 essa largamente la storia della lingua, che colla fortuna delle lettere ha sì strétti e continui legami, come pure la storia delle scuole e di quante instituzioni conferiscono ai progressi ed alla diffusione dei sapere. È però chiaro con tutto questo che 1' una non può essere studiata che non si studii anche 1' altra ; giacché la storia delle lettere vuole appunto essere cavata dalla storia delli scrittori e de' libri, e la cognizione di questa ci porta naturalmente, e grado grado alla comprensione di quella. Torna poi commodo cominciare dalla storia interna, perchè essa ci dà modo così di descrivere le condizioni nelle quali la lingua e la letteratura nacquero e si formarono, come di disegnare1 rapidamente lineamenti di ciascuna età.
   La storia della lingua e della letteratura romana, se noi vogliamo contarne gli anni dalla fondazione di Roma alla caduta dell' impero occidentale, comprende uno spazio di oltre 12 secoli (753 av. 0. — 476 d. 0.), E si può comodamente dividere nelle seguenti età :
   1.° Dalla fondazione di Roma sino a Livio Andronico (514 ab. u ,c., 210 av. C.).
   2.° Da Livio Andronico fino alla nascita di Cicerone o fino alla morte di Siila (648 u. c., 106 av. C.) (676 u. c. 78, av. C.). .
   3.° Dalla nascita di Cicerone fino alla morte di Augusto (767 u. c., 14 .d. C.).
   4.° Dalla morte di Augusto fino al principio del regno di Adii ano (870. u c., 117 d. C.) o fino ad Antonino il Pio (891 u. c., 138 d. C.).
   5.° Da Adriano lino a Romolo Augustolo ed alla caduta dell'impero occidentale (476 d. C-).
   CAPITOLO II.
   JF»:E\.X ETÀ.
   (514. u. c., 240 av. L.)
   § 4. — Carattere di essa.
   In questa prima età Roma non ebbe letteratura, nel proprio senso di questa parola. Sono cinque secoli di guerre combattute con diversa fortuna per estendere e raffermare la dominazione romana sui popoli della circonvicina Italia, interrotte solo di tratto in tratto dalle lotte intestine prima tra i patrizii ed i re, poi tra quelli e la plebe per la riforma del diritto pubblico e privato.
   Quando già la più vicina parte della penisola era soggetta, e la potenza della repubblica scontratasi una prima volta nelle terre e nelle acque del mezzogiorno colla potenza di Cartagine, la vinceva perchè poi si accendesse una secolare guerra di sterminio fra le due rivali; quando in città la lotta civile e politica volgeva oramai al suo termine, e gli ordini già aspramente nemici si confondevano colla comunanza de'niatrimonii, de'inagistrati e degli auspicii, e la cittadinanza romana formava per la prima volta un popolo solo con diritti ed onori comuni; nei primordii di quel-