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Storia della Letteratura Romana

Cesare Tamagni
Francesco Vallardi Milano, 1874, pagine 590

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a cura di Federico Adamoli

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   CAPITOLO I. —1 CONSIDERAZIONI GENERALI.
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   bellezza, e le qualità proprie in ciascheduno : onde sei poi fatto idoneo a dare sentenza d'ogni nuova opera che ti venga alla mano.
   Con questa critica si accompagna e viene in certa guisa a compirsi la stona della letteratura romana, che è il proprio titolo di questo scritto. Essa ha per uflicio di cercare nella storia le origini, le fortune, e le forme comuni della nostra letteratura; di investigarne, come si suoi dire, lo spirito, di vederne le attinenze cogli usi, coll'indole e colle vicende politiche del popolo che l'ha prodotta. E insieme colla storia delle lettere indaga quella eziandio della favella, della educazione, e in breve di tutta la coltura romana. Essa e la critica estetica sono due rami importanti della filologia latina, che in certa guisa compiono e terminano. Opportunamente adoperate esse servono ad elevare mano mano la nostra istruzione dallo studio dei singoli autori alla cognizione generale ed ultima dell'arte e della letteratura; servono a formare ed a dirigere ogni volta il nostro giudizio nella stima dei fatti letterarii che prendiamo a considerare. Ma nè l'una riè 1' altra possono di per sè tener luogo di quella cognizione della letteratura, che si apprende collo studio della lingua e colla dotta ed assidua lettura degli autori. La storia letteraria di per sè non ci fa intendere gli autori e l'antichità latina, non ci rende buoni filologi e latinisti, più che la storia della medicina e delle matematiche non ci faccia buoni medici e buoni ingegneri. Errano quind: grandemente coloro, e nel nostro paese non mancano, che nella cognizione della storia letteraria fanno quasi interamente consistere la cognizione di una letteratura. Essa non ti dà se 11011 quello che una storia può dare ; un racconto di fatti, con alcuni giudizii intorno ad essi, che lo storico può aggiungere, ma de' quali tu devi ancora saggiare la bontà colla tua propria esperienza. Se non vuoi come i discepoli di Pitagora: jurctre in verba magistri. La letteratura è disciplina storica e critica insieme, e per bene adempiere a questi due uffici richiede la cognizione immediata, e, son per dire, personale dei latti che la compongono. Conoscete prima la lingua e fate d'intendere bene da voi stessi gli autori, poi vi sarà utile vedere come altri li abbia giudicatr, e come abbia saputo descriverne la vita e le opere in connessione colla vita e colle opere di tutta la nazione. Quindi l'ambizione e la sola speranza di questo libro è di poter essere un onesto e fedele compagno a chi, dopo fatti i primi latini, voglia proseguire da sèlo studio della letteratura romana; 0 meglio forse un di que'buoni amici non senza giudizio e di molta memoria, che ad un bisogno sanno ricordare il nome, la data, 0 il fatterello che noi avessimo dimenticato. Non ci dicono nulla che noi già non sapessimo, ma ci sono di grande utilità e noi li teniamo carissimi, perchè con loro possiamo a piacer nostro e senza fatica risvegliare le memorie e i sentimenti più cari dell'età passata. Nei fatti che 1' amico ci racconta noi troviamo le rimembranze de' nostri studi, ne'giudizii che ci dà intorno all' ingegno, al costume, alle opere de' massimi e de' minimi scrittori noi troviamo spesse volte i nostr. proprii giudizii, e se d caso porta che il soggetto l'accenda oltre l'usato, noi lo seguiamo volentieri in quella corrente d'affetti, che, come ora il suo, cosi altra volta gonfiò i nostri petti. E in mercede di questi servigi ci pare poco se gli perdoniamo di farci qualche volta la lezione, mentre ci ammonisce di qualche errore, 0 ci regala di qualche notizia a noi prima ignota.
   Tale vuol essere il presente libro, e si terrà pago se gli verrà fatto d'adempiere pur questo modestissimo ufficio; quantunque non ignori che avrebbe potuto coltivare idee e disegni ben più ambiziosi. Ma siccome chi lo scrive non ha, per sua fortuna, creduto mai gran fatto ai libri ambiziosi, e non fu mai d' avviso che per intendere e gustare le lettere occorresse di stancarsi la mente su per i dirupi della metafisica, ma bastasse capir gli autori che colle sudate fatiche le fecero gloriose e belle, così non volle dar agli altri quella noja eh' egli stesso non sostenne mai di provare,
   § 3 — Divisione della stona letteraria.
   La storia letteraria fu già divisa da E. A. Wolf in esterna ed interna. La prima ci racconta la vita, Ci euumera e giudica le opere degli scrittori, sia che, come si