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LIBRO I'RIMO.
sicura, forse tale quistione potrà sciogliersi un giorno, e la storia ci dirà allora davvero come nascesse e si venisse mano mano formando la lingua che fu già dei padri nostri. Intanto, colle notizie clie già si hanno, noi possiamo pure accostarci alla più larga e più verisimile soluzione del quesito, e scrivere la storia fin qui probabile della grammatica latina nelle varie sue parti, che sono: l'alfabeto colla retta maniera di scrivere e di pronunciare le parole, la fonologia, la morfologia, e la sintassi.
Di grande ajuto alla grammatica, sia scolastica, sia storica, anzi, in un certo rispetto, il fondamento di essa è la critica dei testi. Giacche essendo le regole grammaticali fondate unicamente sull' autorità delli autori latini, ogni base verrebbe meno a quelle, quando di questi noi non possedessimo le vere e genuine scritture. E come il tempo non solo ci privò degli autografi e de' manoscritti più ad essi vicini, ma quelli che pur ci ha tramandati volle che fossero inquinati di assai mende, e laceri e manchevoli in molte sgraziatissime guise, cosi l'arte critica s'accompagnò fin dai primi istanti, che le antiche scritture vennero ricercate e pubblicate, coll'arte d'intenderle e di dedurne le norme della buona lingua. Giova anzi ricordare clie la critica era già un' arte necessaria agli stessi antichi (ai Latini non meno che ai Greci), i quali non intraprendevano la lettura di un libro se prima non avessero dato opera a purgarlo dei molti errori, di che la malignità o l'imperizia dei copisti potesse averlo bruttato. Onde il dettato di Quintiliano : Enarrationem praecedM emendata lectio. E senza entrare in particolari, che non sono di questo luogo, posso pur dire che non pochi errori di vecchie grammatiche desunti da falsi esempi furono corretti colla scoperta di nuove e migliori lezioni, o con una più sapiente ed accurata disamina delle antiche. E di non minore importanza è la critica de' testi per la grammatica storica, la quale deve seguir passo passo la fortuna non solo de' vocaboh, ma pur de' suoni e delle lettere che li rappresentano. Sgraziatamente però i manoscritti non possono in questa parte dar sempre notizie e norme sicure, per essere quasi tutti assai recenti rispetto ai tempi ne' quali la grammatica deve estendere le sue ricerche. I più sono posteriori al nono secolo, pochissimi risalgono al quinto od al quarto dell' era cristiana. Quindi oggigiorno piti che sulle carte, gli studi della ortografia e della fonologia latina si vanno facendo sulle iscrizioni, dove, se pur non mancano, le mende sono minori e più facili ad essere vedute e corrette.
La critica de' testi è diplomatica o congetturale, secondochè si fonda sull'unica autorità dei manoscritti, oppure, dove questi le pajano insufficienti, s' adopera a ricostruire per vie di congetture la lezione o guasta o perduta. E ancora tenendo l'uno o 1' altro modo essa può, come insegna Quintiliano, avere un duplice fine da conseguire. Giacché oltre i luoghi guasti da emendare e le lacune da empire nelle opere dei più grandi scrittori, l'antichità ci lasciò pur molti dubbi da usolvere intorno alla autenticità delle opere stesse. I quali due gravissimi uffici furono dai critici, così de'passati come del presente secolo, adempiuti con molta e squisita dottrina, e con cura diligentissima ; tantoché intere opere, e quasi soli per dire interi autori, ci furono da essi restituiti, i quali dall'incuria, dall'ignoranza e fors' anco dalla malizia de' copisti erano stati, come già dissi, indegnamente deturpati. Così dobbiamo quasi interamente il Tacito al genio ed alle cure di Giusto Lipsio, a Gabriele Faerno ed a Bentley il Terenzio: e tra i più recenti, a Garatoni, ad Orelli, ad Ilaim, a Baiter il Cicerone; a Ritschl il Plauto, il Sallustio a Dietscli, e forse a Ribbeck iJ Virgilio.
Però a chi mi chiedesse se la critica, che tanti servigi ha reso e può in parte rendere ancora alla cognizione della lingua, per tacere dell' antichità e della storia , a chi, dico, mi chiedesse s' ella sia oggi veramente, come alcuni de'suoi cultori pretendono, una scienza, mi sarebbe difficile di rispondere affermativamente. La critica non è una scienza : se con questo nome intendiamo un sistema di cognizioni e di leggi ben determinate e sicure; è una disciplina che si regge con principii e con norme, alcune certe, altre solamente probabili ; ma più che tutto è un arte, la quale richiede molta dottrina ed esperienza, molta accortezza e buon gusto, e fors'anche uno