CAPITOLO I. —1 CONSIDERAZIONI GENERALI.
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modi e fluì diversi. La lingua latina può di fatto essere studiata come una lingua morta e come una lingua vivente. Ognun vede clie nell' un caso e nell' altro i limiti ed il metodo dello studio debbono essere grandemente diversi. Perocché a chi tratti il latino, come si farebbe d' una qualsiasi lingua viva, solo per intenderlo e per usarne, all'uopo, parlando e scrivendo, basta la cognizione della grammatica classica e di quegli autori, ne'quali la lingua vive colle sue più pure e più splendide forme; mentre chi voglia considerarlo e trattarlo come lingua morta, quegli (leve studiare la grammatica nelle singole età, e ne'singoli autori, risalendo fin dove può alle origini e seguendone passo passo la storia sino all' ultima decadenza ; deve quindi conoscere non solo tutti gli scrittori, ma ogni altro monumento delia letteratura, e saper usare nella interpretazione di essi di tutti gli ajuti dell' arte critica, della storia, dell' archeologia. La prima maniera di studiare letteratura può bastare al dilettante, all' artista ; solo còlla seconda si formano i filologi, gli eruditi.
Così inteso lo studio della letteratura romana viene nuovamente a dividersi nelle parti seguenti :
1. Grammatica.
2. Critica de' testi.
3. Interpretazione de' testi.
4. Storia e critica letteraria
La cognizione della grammatica è il principio e la base d'ogni studio letterario : quaenisi fundamcnia ficleliter jecit, quiclquìd super struxeris, corruet ; come molto felicemente insegnava già sono diciotto secoli Quintiliano. E la grammatica può e dev'essere forse studiata, come già dissi, in due diverse maniere anche dall'erudito. Giacché anch'esso ha mestieri di apprendere colla conoscenza della grammatica classica le norme e l'arte di pensare e di scrivere latinamente, senza di che non potrà mai aver nome di vero e buono latinista ; e nemmanco potrà intendere bene la ragione dei mutamenti avvenuti col tempo nella favella, se con un lungo ed amoroso studio de' classici non ne avrà colte le intime proprietà, ed ammirate le naturali bellezze. L'età classica tenendo il luogo intermedio e culminante nella storia della lingua ti offre la posizione più opportuna a seguire dall'alto, e passo passo, la via che la lingua lia fatto per salire dapprima l'erta dove tu sei, e scendere dappoi giù giù sino all' ultimo termine della sua carriera. Quindi fu sempre ed è oggi ancora savio consiglio cominciare l'insegnamento della lingua e della letteratura latina colla grammatica e cogli .autori classici ; più tardi si dovrà fare la grammatica colla storia, ed estendere la lettura agli autori meno noti e meno buoni. Peggiore di tutti sarebbe quel metodo, che componesse le regole grammaticali ed i precetti del parlare e dello scrivere latino con esempi tolti promiscuamente da tutti gli autori, e li facesse poi leggere tutti senza notare differenza di merito o d'età.
Con questa precisa separazione tra la grammatica classica, che potremmo chiamare la grammatica dell'uso, e la grammatica storica, si è provveduto così ai Insogni della prima istruzione letteraria come alle alte ragioni della scienza. Però i due metodi possono in un certo stadio dell' istruzione mescolarsi molto vantaggiosamente, se chi insegna o scrive libri per le scuole sappia ajutare l'alunno a rinvenire la ragione delle forme e delle regole grammaticali nella storia di ciascheduna. Chè per tal guisa molte vane e bugiarde teoriche scompariranno dai nostri libri scolastici, molte eccezioni rientreranno nel comune diritto della lingua, e molte forme che altra volta parevano errori o capricci dell'uso si mostreranno, come sono, preziosi resti della età primiera.
La grammatica storica fa capo naturalmente alla quistione intorno alle origini della lingua latina, la quale se non fu potuta sciogliere finora, perchè s' allaccia con altre e diffìcili inastimi di linguistica, di storia e di etnografia, fu però di molto semplificata e posta almeno ne' suoi veri termini. Se il tempo recherà in luce nuovi fatti, più copiosi e più certi che non siano quelli che finora conosciamo, e se dei fatti che possediamo la scienza potrà darci una illustrazione più piena e più in ogni parte
Tamxgni. Letteratura Romana. S5