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«anno cento trentatri mila ; il rèsto fino alle ducen-to mila potrebbe applicarsi a* pascoli sativi , i quali formerebbero una vera dovizia di questa Popolazior ne . Infatti calcoliamo , che un prato satiro no» quattro volte dippià % come sta detto di sopra , ed h più accostante al vero , ma solamente tre dippià possa alimentare del naturale » sarà la dimensione di temmolate sessanta sette mila che rimangono alle due cento mila, equivalerne a due cento mila di pascolo'. Vale a dire , che potrebbero allora saziare più di trecento mila pecore , o trenta mila animali grossi ..
Da questo calcolo .niente alterato andiamo a comprendere , in quale pessimo stato sia la jwstorale tra noi ; di quanto potrebbe accrescersi ; e che i pochi animali , i quali calano ne Stucchi , benissimo sarebbero nudriti nelle stesse Montagne co' fieni «opravanzantino . Ciò tanto più potrebbe facilmente avvenire, che sebbene ne' cennati luoghi i Possessori delle pecore sieno moltissimi , pure molti pochi ri ha di quelli, i quali ne abbiano più di cento • Quan» to risparmiarebbero di tpesa, di travaglio ( a ) . Di quanto maggior latte abbonderebbero i di loro ani» mali! ( b ) non temerebbero la fame. I Pastori non sarebbero soggetti ad angarie ; Eglino stessi non si dipartirebbero dalle loto Mogli , Figli e dalla custOr dia de' Penati . Al-
•( a ) Luca Nardi mip illuftre nr' principii del preferite fecola avendo fpedito il Maffajo in Puglia nei mefe' di Ottobre, e rifertogli, che per le piove non cadutevi il fuoio era defolato, ed affatto privo di verdura qualfivoglia, fé cerimanere una morra delle jue pecore compofta di circa quattrocento capi nell4 fleffa montagna, ed ivi co' frondi ed altri ajuti la foftenne.
C b ) li tronfilo delle pecore da un luogo air al~
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