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Saggi su l'Agricoltura Arti e Commercio della provincia di Teramo

G.F. Nardi
Stamperia Bonolis Teramo, 1789, pagine 129

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   X XLVIII. X
   quali si addolciscono e perdono l'amarore esposte all' aria , ed alle brinate, e geli della notte . Tali fron-di sono ia miglior risorsa della pastorale . Derivando da una pianta imbalsamata di sostanze oleose , prestano agli animali un cibo pmguedinoso , e salubre . Perciò alloracche ne sono nudriti , si veggono ilari , robusti , ed atti a resistere all' inclemenza della stagione . Chi ^ubituse di una tale verità , potrebbe chiarirsene co' proprj occhi, e sincerarsi , che noi non siamo capi aedi alterarla .
   Non potendosi diiiìcoltare quanto ^sta detto in ordine alle trondi degli Ulivi,ella è conseguente.verità , che la Pastorizia coll uso di esse venga ad esseve rinfrancata di quel che perde nel suolo, e vantaggiata anzi moltissimo. Eccone la dimostrazione : Ogni pianta di Ulivo almeno dà due fasci di frondi nell' atto delia sua ponatura, la quale avvenendo una volta in ciascun biennio, può computarsi per un fascio ali anno. Un fasoo di frondi di Ulivo ad una pecora è sufficiente cibo per due giorni, sia pure per un sol giorno: Ma quel sito che occupa la pianta dell' Uhvo non era bastevole a sostentarla, che per una O due ore ; dunque nei nostro caso verrà cibata quarantasei ore di più. Se avvenisse , che i Stucchi perciò fossero tutti 'coverti di Ulivi, ogni tomolata anco alla distanza di quarantotto palmi potrebbe, contenerna Cento piante. Ove alle pecore venisse assegnata la e» scenzione di un mezzo moggio per ciascuna, questa avreooe per cinquanta giorni assicurata la sussistenza culle sole frondi degli Ulivi.
   Piacesse al Cieio, che i nostri Pecorai stuccatoli potessero sempre provvedersi delle frondi degli Ulivi, perchè il di loro Armento non sarebbe pr