Storia della Toscana dalla fondazione di Filippo Moisè

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      COTTOLO CNDECiaO. 837
      di quegli insortì, mentre pochi giorni prima s' era negata la consegna del dottore Macchini- La narrazione degli «Itimi fatti di Rimini con pietose linguaggio pubblicata da Mas-eimo d'Azeglio, rinfiammò vie più gli animi, già incaloriti con ogni maniera di scritti, i quali in onta alle leggi censorie si pubblicavano clandestinamente o come suol dirsi alla macchia.
      Era nato altresì il sospetto che da certi uomini notissimi per falso zelo si volessero introdurre in Toscana 1 Gesuiti; certe mene segrete autorizzavano a crederlo, e tutti i buoni, e il popolo in massa sopra il semplice sospetto ne mormorava e tumultuava. Nel febbraio anche la popolazione di Pisa si levò a manifestazioni violentissime comecché si tentasse mettervi le suore del Sacro Cuore, solite precorritrici de'Gc-«oiti, e dal governo toscane fu fatta promessa che di Gesuiti non si parlerebbe mai in Toscana.
      Intanto il primo giorno di giugno dell'anno 1846 moriva il pontefioe Gregorio XVI e già il sedicesimo dello stesso mese era gridato a succedergli Giovanni Maria Ma-stai, che prese nome di Pio IX. Questo fatto della morte d'un pontefice cui un altro succedea, rinnovatesi a certi intervalli e per tanti secoli quietamente, niuno avrebbe potuto imaginare in quel punto di quali eventi era per essere il precursore 0 meglio il primo fondamento.
      Infatti questo pontefice iniziò il suo regno con tali atti da meritarsi di subito nell'opinione di tutta Europa il predicato di gran riformatore. Le riforme cominciarono dalla stessa sua casa; limitò il numero de'ravalli di lusso, ristrinse il numero de'servi, le spese de'giardini; poi visitò carceri, consolò con larghe elemosine i poverelli, stese una mano agli Ebrei, vegliò sugli impiegati; infine mostrò subito quanta avesse e mente e cuore e tenacità di proposito col suo celebratissimo editto d'amnistia, nella pubblicazione del quale ebbe a lottare «o/o con quasi tutto il sacro Collegio. Migliaia e migliaia d'infelici rividero cosi la loce del sole dopo più lustri di orrida prigionia; migliaia e migliaia riabbracciarono le famiglie e gli amici dopo aver per più anni mangiato il duro pane dell'esigi io.
      Tutta Europa, l'Italia e principalmente la vicina Toscana alla notizia di questi fatti giubbilava.
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Storia della Toscana dalla fondazione di Firenze
di Filippo Moisè
V. Batelli e Compagni Firenze
1848 pagine 378

   

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