Storia della Toscana dalla fondazione di Filippo Moisč

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      CAPITOLO UNDRCIMO. 349
      produzioni, che avessero ben meritato dei suffragi dei dotti; e crebbe siffattamente di opere preziose e di splendide edi-zioni la R. Biblioteca Palatina, che poche oggimai polrebbo-no venirle al paragone in tutta l'Europa.
      Nell'ottobre di questo anno l'arciduca Leopoldo, principe ereditario, si congiunse in matrimonio colla principessa di Sassonia, Maria Anna Carolina, figlia del principe Massimiliano.
      Anni 1821 dell'E- V, —Anche Ferdinando III, rimasto vedovo da pių anni di Luigia Moria Amalia, principessa delle Due Sicilie, passando alle seconde nozze, sposō Maria Ferdinanda Amalia, figlia essa pure di Massimiliano principe di Sassonia; e per le cure di lei e della arciduchessa sorella, secondate dal principe benefico, sorse nel 1823 il reale Istituto della SS. Annunziala per la educazione religiosa, civile e domestica delle fanciulle di onesta ed agiata condizione.
      Intanto perō, mentre pareva che alla quiete regnasse in Italia, idee di indipendenza e di libertā vi si accarezzavano e vi si diffondevano; e a dilatarvele era strumento e veicolo potentissimo la setta segreta dei carbonari. Nel reame di Piemonte e in quello delle Due Sicilie i popoli pių che altrove dispoticamente trattati, ardevano di levarsi a rivolta, e primi furono nel 1820 i Napolitani, e i Siciliani a levarsi; poi levaronsi i Piemontesi; ma l'Austria, comprimendo colle baionette e col terrore, tolse ad altri popoli che si levassero. In altre parti d'Italia non furonvi moti palesi, ma le prigioni gremite d'infelici, l'orrido ergastolo dello Spil-berga pieno dei migliori ingegni italiani, le spesse condanne nel capo attestarono che le idee liberali aveano distese radici per tutta la penisola. La sola Toscana non ebbe nč spettacoli di sangue, nč asprezza di pene; pochi vi furono dannali al carcere, e que'pochi provarono presto gli effetti della clemenza dell'ottimo Ferdinando III. Vuoisi aggiungere di pių che la Toscana offerė generosa ospitalitā a non pochi infelici, scampati alla scure, al capestro e alla prigionia in altre contrade italiane, e costoro nel dolce compenso ai dolori dell'esiglio benedirono alla terra ospitaliera e al principe filosofo.
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Storia della Toscana dalla fondazione di Firenze
di Filippo Moisč
V. Batelli e Compagni Firenze
1848 pagine 378

   

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