Storia della Toscana dalla fondazione di Filippo Moisč

Pagina (346/378)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

      316
      STORIA DRTXl TOSCANAAnnunziavasi con repentino mutamento di carattere, colisi inerzia, coll'indebolimento di ogni desiderio, con una stan-* cbezza inusitata, non ristorabile pure dal sonuo; col fetore dell'alito, col tremolio delle membra, con vertigini, con sus-> sulti, con dolori negli arti, ai lombi, allo stomaco. Dopo due* tre ed anche sette giorni passati in questo malessere uni' versale, cominciava la malattia con dolori al capo, brividi pel dorso, vampe, tremito, sete, angoscia, abbattimento fisico e morale; poi dopo dodici ore, mutavausi i brividi in calore nelle parli soccutanee, fatale al malato, mentre in quelle sco-,"erte continuava il brividio. Era furie e viva allora la brama di bevande frigide ed acide; le vertigini si facevano sintomo costante, vi si aggiungevano le nausee ed il voj mito.
      Talora parea che il malato dormisse, ma internamente agitalo rivelava agli esperti le insidie del nimico. Verso il quarto giorno, dopo lo sviluppamene del morbo, soleva sopraggiungere una emorragėa nasale, cagione di un quat' che contorto, ma nel tempo stesso pullulavano per tutto ri corpo marchio rossastre, pustole e petecchie; al settimo giorno, a consolare i parenti e gli amici, spuntava un indizio di miglioramento, ma ad uo tratto e con maggiore intensitā si aggravavano i sintomi, cresceva il delirio, anche fuor del sonno, lo stupore facevasi assoluto.
      Spegnevasi ordinariamente la vita verso il di^iassettesi-1 mo, il ventunesimo; il ventottesimo e fin anche il trenta-1 quattresitoo giorno. A chi avea la ventura di scampare, le convalescenze erano lunghe di pių settimane; lo spossamento prolungatasi per mesi, e spesso restava coli'epidermide squammata, spelato dei capo, della faccia e delle membra;-a non pochi caddero le unghie; a moltissimi rimasero treccie funeste del male per lungo tempo; a taluno avanzarono giorni intristiti da mille pieciole infermitā. 11 principe aperse dovunque ospedali ed ospizi, erogō somme cospicue, affiliō la cura di quelli e l'uso di queste a zelanti e provvidi cittadini.
      Tutto il litorale toscano patė grandemente di questa malattia, che intieri pure a Siena, a Volterra, ad Arezzo, a Firenze ed altrove. Dissero i fisici che l'abuso dei pesce
     
     
      mi.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

   

Storia della Toscana dalla fondazione di Firenze
di Filippo Moisč
V. Batelli e Compagni Firenze
1848 pagine 378

   

Pagina (346/378)






Siena Volterra Arezzo Firenze