Storia della Toscana dalla fondazione di Filippo Moisč

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      CAPITOLO DECIMO. 339
      li, uomo celebre per scritti altamente morali e filantropici, lasciō in Toscana un nome riverito. Ma al popolo disusato orinai dalle armi riuscė duro il modo di trar soldati per via della coscrizione, e pių duro che mai quel dovere andare a combattere per la Francia, o meglio per l'ambizione d'un solo; nulladimeno alle cose ingrate si mescolarono molle utili cose ; utilissima di queste il Codice Napoleone che fruttō vantaggi inestimabili al paese, allora appunto che dopo la partenza di Pietro Leopoldo s'era fatto dai diversi governi e pių di tutti da quello borbonico a chi commettesse pių errori in tutte le discipline politiche, legislative ed economiche. Anche le industrie, e il commercio, e le lettere, e le scienze, per quanto lo comportassero i tempi, ebbero incoraggimenti ed impulso; dicanlo Firenze, Prato • Livorno; dicanlo le Accademie della Crusca, del Cimento, dei Georgofili. Nč fruttō minori beneficii alla Toscana Io avere il governo imperiale decretata l'abolizione di tutte le abbazie, conventi e monasteri di frali, monaci e monache, (salvo i PP. Scolopi come Corporazione insegnante, i Crociferi pel loro istituto di assistere i moribondi, i minori Osservanti, i minori Riformali e i Cappuccini), incorporandone i beni mobili ed immobili, rendile, crediti e capitali al patrimonio dello stato, che si dissero ammontare a nove milioni di scudi 1! Nč fu perdonato all' ordine cavalleresco di Santo Stefano, che anch'esso era padrone di ingentissime rendite.
      Pietro Leopoldo aveva giā soppressi molti ordini e convenuti in Toscana, e Compagnie e Congreghe laicali e Ter-z'ordini, ma non pochi erano stali successivamente ristabiliti da Ferdinando III a consiglio di uomini pregiudicati o poco teneri del benessere patrio. Cosi furono pagali non pertanto tulli i debili pubblici, e l'economia nazionale e l'agricoltura e le industrie mirabilmente se ne avvantaggiarono.
      Anni 1809 dell'E. V. — Ma presto cessava la Giunta dai suoi officii; il governo di Toscana davasi da Napoleone alla sorella Elisa, che prese il titolo di Granduchessa. A questo modo, dice lo storico Botta, finė la toscana patria, passala prima da repubblica ne'Medici per usarpazione, poiLjOOQle


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Storia della Toscana dalla fondazione di Firenze
di Filippo Moisč
V. Batelli e Compagni Firenze
1848 pagine 378

   

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