Storia della Toscana dalla fondazione di Filippo Moisè

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      STOUlA DELLA TOSCANAdella Trebbia fatali ai Francesi aveano ripreso vigore, e rincorale dalla lontananza del Bonaparle, occuparono Orvieto, Viterbo e Ronciglione, presero Siena, minacciarono a Roma repubblicana- I Francesi, vuotato il pubblico erario, sgombrarono Firenze e Pisa, che furono poi occupale dagli Austriaci; Livorno capitolò, si rese Porloferraio; Firenze, non senza tumulti, non senza violenze, tornò a proclamare il governo di Ferdinando III. Le cose parvero ricomporsi, gli scompigli cessarono. Tutta l'Italia fu vuota di armi francesi.
      Il Bonaparle però, ch'era ito in Egitto forse col proposito di ferir l'Inghilterra nel suo vastissimo impero dell'India, o forse perchè il Direttorio , temendo l'ambizione di questo peritissimo e audace capitano, voleva allontanarlo dall'Europa, dopo aver combattuto con maravigliosa bravura, ed esservisi coperto di gloria, attraverso formidabili na-vili nemici, valicò il mare e si rimostrò a Parigi. Con un colpo straordinario, cui dettero mano tutte le fazioni, rovesciava nel novembre del 1799 il Direttorio, istituiva un governo di tre codsoIì, di cui egli stesso era primo, allestiva immensi apparecchi di guerra, accennava al Reno e alle Alpi per ricominciarvi le ostilità, per ristorare con nuove vittorie i patiti disastri, or più che mai che la Russia erasi staccala dalla lega. — Più fiera ricominciò la guerra anche in Italia-
      Anni 1800 dell E. V. — Furono per la Francia i trionfi, e furono rapidi e splendidi; la strepitosa battaglia di Marengo le pose in mano di nuovo i destini dell'Italia; la Toscana, che tumultuava in favore degli Austriaci, mesta e plaudente secondo gli umori diversi, tornò in podestà del vincitore.
      Le cose però non andarono quiete ad Arezzo e a Cortona , dove più ferveva l'odio al nome francese ; non vi si vollero udire proposizioni, si deliberò di far ostinata resistenza. I Francesi sfolgorarono con cannoni e con granate la città ed il castello, che rispondevano con pari vigore, te non con armi uguali. Poi si tentò l'assalto, si tentò di por fuoco alle porte, ma il nemico ebbe a ritrarsi con grande
     


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Storia della Toscana dalla fondazione di Firenze
di Filippo Moisè
V. Batelli e Compagni Firenze
1848 pagine 378

   

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