Storia della Toscana dalla fondazione di Filippo Moisè

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      STOMA' DELLA TOSCANAlo, in pace con tolte le corti che vi avevano affacciato pretensioni, dove la sua dinastia aveva in breve tempo acquistati grandi titoli all'amore dei sudditi, e dove uomini sapienti e volenterosi erano capaci di secondarlo nelle sue vaste e filosofiche vedute; infatti non stette guari a sorpassare il padre nella utilità e nell'arditezza delle riforme, perchè ebbe mente vastissima e volontà non inferiore-alla grandezza dei concetti.
      I Toscani ne festeggiarono l'arrivo con segni di viva esultanza, ed egli mostrossene grato provvedendo generosamente ai poveri, poi si dette di subito a esaminare le cose di Stato. Cominciò per resecar le spese soverchie, e principalmente quelle che traeva seco una milizia permanente, dicendo che la vera fòrza d'un governo nei propri stati ha fondamento nella devozione meritata dei popoli, e al di fuori nella religiosa osservanza dei trattati, e nell'interesse comune dei potentati europei a mantenere la Toscana indipendente. Le grandi spese di Pietro Leopoldo consisterono net-Taumentare le vie della ricchezza nazionale; resecale le spese inutili, volse i danari dello Slato ad usi, che, mentre crescevano la rendita dell'erario, crescevano ad un tempo la ricchezza dei sudditi; tali, per esempio, le nuove atrade, i bonificamenti della Maremma pisana e senese, della Val di Nievole e della Val di Chiana. Alleggerì gli aggravi, diminuì il dazio sul sale, sgravò di gabella non pochi articoli di commercio, semplicizzò i modi di percezione, gettò le basi d'un sistema per raccogliere le imposizioni dirette, che non si conosceva prima di lui, attesa la gran moltiplicità di tasse che si dovevano pagare per diversi titoli, e che furono tutte assorbite dalla imposizione territoriale, la quale si disse allora tassa di redenzione. Fu generoso nel coercire i diritti ffi regalia e nell'abolirli anche affatto, quando gli parevano lesivi al diritto della proprietà privala. Fece altresì una 'laudevolissima riforma nell'abolizione delle esenzioni personali e reali, quanto ai tributi e alle imposizioni.
      Per giudicar da sè stesso dei bisogni e dei desideri del suo popolo, fissò un giorno per settimana per dare u-dienza a quanti ricorressero a lui senza distinzione di grado di sesso o di età, il qual costume landevolissimo dura tuttavia nei suoi successori.
     


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Storia della Toscana dalla fondazione di Firenze
di Filippo Moisè
V. Batelli e Compagni Firenze
1848 pagine 378

   

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