Storia della Toscana dalla fondazione di Filippo Moisè

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      CAPITOLO SETTIMO. 308
      del trattato di Londra, l'apparizione d'un nuovo sistema politico. Intanto la Spagna meditava di mandar l'Infante don Carlo e soldatesche spagnuole a presidio in Toscana ed a Parma ; e Vienna non volea sentir parlare di truppe straniere in Italia ; e il granduca, schermendosi sempre, stava a vedere, sperando che il tempo gli desse consiglio.
      Un trattato di pace tra l'imperatore Carlo V e Filippo V sottoscritto a Vienna nell' aprile del 1724, in proposito di Parma e della Toscana, escluse affatto 1\introduzione delle guarnigioni, e stabilì che l'Infante ne entrerebbe al possesso in virtù delle investiture e dell'atto di guarentigia. Piacque l'annuncio di questa pace, ma non andò ai versi del granduca quel che si era stipulalo rispetto alla Toscana ; laonde rinfrescò le antiche proteste, e ordinò ai suoi ministri di non ^entrare in alcuna discussione se prima non fossero certi che la sua sovranità e la libertà dello Stato rimanessero illese. Allora dal lato della Spagna si rinnovarono le minaccie, e il granduca, irritalo che si contasse tanto sulla sua morte, stette fermo e parve voler affrontare finché vivesse le ir* della Spagna.
      Chi guardasse intanto al brio del palazzo ducale non a* vrebbe potuto pensare che vi si agitassero quistioni di si grave momento : per tutto, in ogni circostanza erano fèste, liete conversazioni ; si largheggiava protezione alle lettere ; la poesia, le scienze erano bene accolte a corte ; il granduca , la principessa Violante di Baviera, vedova di Ferdinando, fratello primogenito di Gian Gastone, faceano a gara a chiamarsi d'attorno gli uomini d'ingegno. Questo slato, per allora felice, facea sentire ai privilegiati più forte il dolore di cadere un giorno o l'altro sotto un dominio straniero. Il popolo impoverito e inebetito ripeteva le parole dell'asino al vecchiarello del noto apologo : il novello padrone quante some mi farà portare ?
      Anni 1728 dell'E. V. — Nel 1728 il granduca s'ammalò, e le corti d'Europa si dettero un grand1 affare pel caso di vacanza nel governo del granducato ; l'imperatore inlimava ai popoli di Toscana di riconoscere immediatamente l'Infante don Carlo per loro sovrano, e il granduca, tornalo in saiu-Storia della Toscana
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Storia della Toscana dalla fondazione di Firenze
di Filippo Moisè
V. Batelli e Compagni Firenze
1848 pagine 378

   

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