Storia della Toscana dalla fondazione di Filippo Moisč

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      CAPITOLO SETTIMO. 279
      parte delle sue Provincie, di fare una nuova divisione dell'Europa e ąi assicurare su queste fondamenta una pace ti» niversale ohe avesse a guarentigia la federazione di tutti gli Stati Europei.
      Tutto era apparecchiato per questa impresa gigantesca, auravigliosa ; erano fatte leghe coi nimici dell' Austria, erano pieni i magazzini di viltovaglie e di munizioni, riboccanti le casse di moneta, pronti gli eserciti e cupidissimi di menar le mani. Enrico stesso voleva comandarli; assalirebbe egli le Fiandre, mentre il Lesdiguičrese il duca di Savoia combątterebbero in Italia. L'Austria versava in gran pericolo.
      Il coltello d'uno scellerato sicario il di 14 di maggio del 1610 troncņ ad un tempo la vita di Enrico IV, i timori e le speranze d'Italia e d'Europa.
      Il fatto pił memorabile per la Toscana in questo tempo, e che onorņ la famiglia de' Medici, fu lo scoprimento fatto dall'immortai Galileo dei Satelliti di Giove, cui dette nome di stelle medicee, ricompensandola cosi di averlo richiamato da Padova, e dichiarato suo filosofo e matematicoNč raen lieve argomento di stima s'ebbe il giovine granduca dalla Francia e dalla Spagna allorquando fu da esse accettato come mediatore fra i due potenti monarchi per trattare un doppio parentado fra le loro famiglie, e far prova cosi di conciliare le antiche vertenze ; e forse sarebbe venuto a capo dell'importante negozio , senza il tragico avvenimento della morte d'Enrico.
      1 Di qusst' uomo sommo, che onora l'Italia, l'Europa e finterą umanitą , sappiauo i giovani quanto basti a farne loro ammirare il genio maraviglioso e la immensa dottrina, a farne conoscere le sventure e la vita affannosa e tratagliata; noi non avremmo potuto trovare nnmiglior conforto al racconto di tanti strati cbe guastavano l'Italia, alla nullitą della futura storia politica della nostra Toscana per tutto il tempo che vi durarono ancora i Medici. Nel i56a nacque Galileo Galilei a Pisa ; giovanetto, seppe profondamente di greco e dilatino, e scrisse il volgare con invidiabile purezza; fu anche pittore, musico e meccanico, rivelando di subito di quanto lo asease privilegiato il Creatore- Perque-sto genio stupendo ogni sguardo valse una scoperta , ogni meditazione una legge che rovesciava dal seggio la-filosofia peripatetica. A Pisa, dall' oicillsr il'ttna lampada, desumeva la misura del tempo e seguiva at-
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Storia della Toscana dalla fondazione di Firenze
di Filippo Moisč
V. Batelli e Compagni Firenze
1848 pagine 378

   

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