Storia della Toscana dalla fondazione di Filippo Moisè

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      CAPITOLO SETTIMO. 308
      morto Filippo li, cui la natura aveva dato carattere bilioso} fatto anche più aspro e più cupo dalla educazione. Orgoglio, disprezzo universale degli uomini, una continua dissimulazione, un amore malinteso di pietà, spinto fino alla più stolida intolleranza, lo aveano fatto pauroso, duro, crudele a tutti. Ebbe anima attiva e penetrante, ma fantastica la mente e tenebrosa; ebbe volontà di ferro, sia che i suoi pensamenti fossero errori, sia che si trattasse di andare a ritroso dell' ordine di natura e dei tempi. Ambizioso come il padre, e più del padre, accarezzò anch' egli il fantasma d'una monarchia universale , sturbò tutta l'Europa, empiè di lacrime e di sventure l'Italia. Volle smembrarla Francia,strapparla al suo monarca legittimo, ed ebbe a vederla felice sotto di lui ; volle strappare alla Fiandra ogni diritto politico e la libertà, e questa provincia gli scappò di mano f volle annichilir l'Inghilterra, e questa nazione seminò lo scompiglio e la desolazione pei suoi Siali, e sui rottami della Spagna si assodò una prepotente supremazia per tutti t mari della terra. Successe a lui il figlio che prese nome di Filippo III , ed ebbe indole più pacifica ma ingegno più debole ; perpiò si lasciò guidare da un ministro ambizioso ed astuto — noi vogliamo dire dal duca di Lerma. Nulladiraeno il .matrimoni» di questo re con Margherita arciduchessa di Grratz parve di buon augurio alla pace universale.
      Traltavasi ora seriamente il divorzio di Margherita di Valois moglie di Enrico IV, perchè il difetto di prole spin-gevalo a passare suo malgrado a seconde nozze, sacrificando gli affetti di sposo ai doveri di principe. Questa delicata faccenda era agil<Sorbona ; tutta la Francia aspellava con ansietà che si consentisse al re lo scioglimento del primo matrimonio, Margherita stessa era pronta al doloroso sacrifizio, ma volevasi I' approvazione del pontefice , non troppo inchinevole a darla. Fra i molti partili che gli si affacciavano, scelse il.re quello della principessa Maria figlia del granduca Francesco e di Giovanna d'Austria , nipote di Ferdinando ; il granduca regnante accedo di buon animo la profferta, ma desiderò che la faccenda si trattasse con segretezza per timore delle brighe e delle gelosie spaguuole; vi furono in principio gravi difficoltà, poi Storia della Toìcana. 18
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Storia della Toscana dalla fondazione di Firenze
di Filippo Moisè
V. Batelli e Compagni Firenze
1848 pagine 378

   

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