Storia della Toscana dalla fondazione di Filippo Moisè

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      CAPITOLO SETTIMO 261
      la cognala e dalla presenza della Capello che egli vedeva male, fece di tutto per allontanar costei e per persuadere il fratello a contrarre un matrimonio conveniente al suo grado; ma poiché furono indarno le sue parole, nacque discordia fra loro.
      Anni 1579 dell'E. V. — Francesco allora sposò segretamente la Bianca; poi compiuto l'anno della morte della granduchessa, pubblicò il matrimonio, e n'ebbe l'approvazione dal re Filippo e grandi dimostranze di gioia dal Senato veneto, che dichiarò Bianca figlia della repubblica con solennissimo atto. Bianca, toccato il punto cui mirava, si studiò di riguadagnarsi l'amicizia del cardinale, e volle farsi strumento di riconciliazione tra i fratelli, e tanta avvedutamente si adoperò in questo delicato caso che il cardinale venne a Firenze e strinse la destra a Francesco, obliando o fingendo obliare il passato. Persuasi i due coniugi dell'amicizia del cardinale, lo chiamarono a parte dei loro segreti, dei negozi più importanti dello stalo, e quando tornò a Roma lo colmarono di cortesie, lo invitarono a visitarli più di sovente.
      Anni 1582 dell' E. V— La buona armonia che regnava allora tra la repubblica veneta ed il granduca per poco non si guastò nel 1582 ; le galee di Santo Stefano, dando la caccia ad alcuni legni lurcbeschi, ne predarono due in quelle acque stesse nelle quali i Veneziani aveano loro mallevata sicurezza; e avutine risentiti richiami dalla Porla, si volsero a Francesco chiedendo giustizia e restituzione. Il granduca si oppose, nè volle piegarsi pure alle preghiere del pontefice, nè alle istanze del re di Spagna. La repubblica venne perciò in aperta rottura con lui, e non lasciò intentato alcun pretesto di inquietudini e di rappresaglie.
      Moriva poi in quest'anno il principe don Filippo, unico maschio, erede del trono, la qual morte, se riuscì dolorosa al granduca, non lo fa meno al cardinale che vedeva estinguersi la famiglia Medicea. Uno dei suoi primi pensieri fu allora quello di persuadere il fratello don Pietro, or or tornato alle sue istanze dalla conquista del Portogallo, ad ae-
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Storia della Toscana dalla fondazione di Firenze
di Filippo Moisè
V. Batelli e Compagni Firenze
1848 pagine 378

   

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