Storia della Toscana dalla fondazione di Filippo Moisè

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      CAPITOLO SETTIMO. 259
      eia, Lucignano, Sarteano, Monticelli, Casole, Radicofani e Falcon Pellegrino. Il principato di Piombino comprendeva Populonia, Suvereto, Scarlino, Buriano e Follonica. L'isola dell'Elba, tranne gli Stati dei Presidii, faceva parte di que-sto principato con Portoferraio.
      Francesco, avvezzo da più anni a governare, non mutò nè la costituzione dello Stato, nè i ministri ; pacificamente sali solo sul trono, pacificamente gli fu giurata obbedienza dai sudditi; coi fratelli si mostrò esecutore fedele delle disposizioni paterne, e dette principio al suo regno colla clemenza e colla bontà; poi, non avendo la sottile perspicacia del padre , si gettò contro la comune espettativa nelle braccia di casa d'Austria.,
      Le irruzioni dei Turchi e le loro correrie nel Mediterraneo spaventavano in questo tempo l'Italia ; Francesco, temendo per le sue coste, si recò in persona all'isola d'Elba, afforzò Portoferraio, già in gran parte munito dal padre, e lo mise in stato di resistere ad'un assedio. Fortunatamente la flotta turchesca riguadagnò il Levante, e i timori sparirono.
      Anni 1575 dell'E. V. — Il cardinale Ferdinando dei Medici informò in quest'anno il fratello che tramavasi una congiura contro di lui da un Orazio Pucci, nobile fiorentino, nella quale erano implicati molli altri giovani delle cospicue famiglie Ridolfi, Alamanni, Machiavelli e Capponi; per la qual rivelazione il reo principale fu arrestato e punito colla forca; agli altri furono tolti i beni, non senza grave disturbo dei cittadini che aborrivano da queste crudeltà, e che per giunta nelle frequenti confische comandate dalla legge polverina 1 vedevano impoveriti i figli innocenti
      1 Si chiama così dal suo autore, Iacopo Polverini da Prato, avvocato fiscale, che la propose a Cosino nel >548.
      > Per questa cagione appunto Pierino di Lorenio Ridolfi perdette il suo palatio in via de'Tornabuoni, che fu da Francesco donato al cardinale d'Altemps; il quale lo vendè nel 1577 all'arcivescovo di Firen-'- Alessandro de'Medici ; i suoi eredi lo cederono poi nel 1607 a Bardo dt'Corsi.
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Storia della Toscana dalla fondazione di Firenze
di Filippo Moisè
V. Batelli e Compagni Firenze
1848 pagine 378

   

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