Storia della Toscana dalla fondazione di Filippo Moisè

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      STORIA DELLA TOSCANAAll'imperatore che voleva Siena per sè, che ne aveva investito il suo figlio Filippo, colla condizione di trasmetter!» altrui come feudo, dolse della soverchia franchezza di Cosimo ; poi confermò 1' accordo perchè avea da fare in Piemonte coi Francesi , e non potea badare a poche migliaia di uomini-
      Anni 1557 dell'E. V. — I palli della «apilo'azione furono serbati come quelli di Firenze; Filippo II, che avrebbe voluto Siena per sè, succeduto per rinunzia a Carlo V nel 1557 la confermò in feudo a Cosimo, il quale vi fece ingresso solenne come in città sua; Orbetello, Pori'Ercole, Talumone, Montargcntario e Porlo San Stefano, che d'allora in poi si dissero In Stalo dei reali Presidj. furono ceduti alla Spagna. Orbetello, divenuto residenza del comando generale, prese nome di città. Piombino, fu convenuto che si restituisse a Jacopo d'Appiano; Portoferraio rimanesse a Cosimo II; accomoderebbe il duca di quattro mila fanti e di quattrocento cavalli contro ogni tentativo che si osasse dai rifugiati di Montalcino e dai Francesi in Toscana : al bisogno ne avrebbe anche cresciuto il numero. Il duca doveva poi in ogni caso mandare alla difesa di Napoli quattromila fanti, quattrocento cavalli e una flotta.
      Anni 1559 dell'E. V. — Parecchi dei fuoruscili si erano fermati a Montalcino, e qui, protestando contro la servitù della patria, serbarono l'ombra e le forme apparenti di repubblica, e i Francesi, colle loro forze governale da Francesco d'Este fratello del duca di Ferrara, questo doloroso desiderio sostentavano, e li aiutavano in continue correrie per i luoghi circostanti a Siena e per tutta la Valdichiana ; ma nel 1559, ile male pei Francesi le cose in Italia, dopo la pace di Castel Cambrese, sgombrarono Montalcino, e lo restituirono a Cosimo, dopo aver tentalo di venderglielo.
      I fuorusciti senesi, che non avevano avuto troppo a lodarsi dei Francesi, li videro partir da Montalcino senza rincrescimento e perfino con gioia; imperciocché s'erano dati a credere che, tolti di mezzo costoro, avrebbono potuto menar essi vita libera e indipendente a modo di repubblica,


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Storia della Toscana dalla fondazione di Firenze
di Filippo Moisè
V. Batelli e Compagni Firenze
1848 pagine 378

   

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